Sale ancora il numero di morti dell’Hajj, il tradizionale pellegrinaggio di cinque giorni alla Mecca, in Arabia Saudita, che ogni musulmano abile deve compiere almeno una volta nella vita. Se inizialmente, si era parlato di 600 decessi, ora l’agenzia di stampa Reuters riporta che le vittime sarebbero salite a 1.114: una tragedia dovuta alle altissime temperature registrate durante tutto il cammino.

Il visto turistico

Si tratta di un dato senza precedenti, che riguarda soprattutto i pellegrini egiziani. Sulla vicenda è intervenuto anche il governo del Cairo, che identifica come causa dell’aumento delle morti tra i pellegrini egiziani il comportamento di compagnie che hanno organizzato i viaggi di hajj con visti di visita personale, senza garantire ai clienti condizioni di sicurezza adeguate. Sono stati molti ad iniziare il cammino spirituale con un semplice visto turistico, che sì garantisce l’ingresso in Arabia, ma non dà alcuna sicurezza su altro tipo di servizi, parte dei quali rivenduti in circoli ristretti che promettono il pernottamento in tende dotate di aria condizionata, i trasferimenti tra i principali luoghi sacri dell’Islam in autobus e cure sanitarie ove occorrano; servizi che spesso, seppur venduti, non sarebbero stati garantiti dalle stesse agenzie, portando di fatto alla morte di centinaia di fedeli sotto i 40-50° registrati in questi giorni lungo il percorso.

I provvedimenti

Così, il  primo ministro egiziano, Mostafa Madbouly, ha revocato le licenze di 16 agenzie turistiche e deferito i loro dirigenti alla Procura della Repubblica per aver facilitato illegalmente i viaggi dei pellegrini alla Mecca. Provvedimenti anche dalla Tunisia, dove il presidente Kais Saied ha licenziato il ministro degli Affari religiosi, Ibrahim Chaibi.

Il bilancio ufficiale indica che le alte temperature hanno causato la morte anche di 236 pellegrini indonesiani e 98 cittadini indiani, ma sono stati coinvolti anche fedeli provenienti da Tunisia, Giordania, Iran e Senegal.

Redazione

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