I titoli dei giornali sono tutti per il turno di ballottaggio delle amministrative, con un’interpretazione abbastanza univoca: vincono il centrosinistra e l’astensione, ma è bene anticipare che le cose non stanno proprio in questo modo. Indipendentemente dai vincitori su base numerica, le elezioni la destra sente di averle perse. Non si può negare che ormai siano poche le realtà dove non si manifesti quella aurea e sana legge dell’alternanza di governo, ma dai risultati si evidenzia ancora una volta come il centrosinistra sia una realtà radicata nel territorio.

Per prima cosa, il centrosinistra ha una classe dirigente sul territorio più strutturata, diffusa e anche mediamente più affidabile, è un dato storico che non si smentisce. Certo, rispetto al passato, il centrodestra sta costruendo qualcosa di più, soprattutto nelle regioni dove c’era un monopolio degli avversari.

Il secondo dato è che ovviamente nei comuni si va a votare per i comuni, non pro o contro il governo. Quindi è sbagliato dire, come ha detto la Schlein, che ieri si è votato per la sanità o per l’autonomia differenziata, o meglio contro le politiche del governo su questi o su altri temi. Capiamo la propaganda, però onestamente il cittadino non è fesso e nel comune va a votare per il sindaco che ritiene migliore di un altro. E questo è un dato di fondo che i politici non dovrebbero mai oscurare.

La terza considerazione è che la forza coalizionale del centrosinistra si esprime meglio nel voto a due turni, che costringe nei ballottaggi all’unità. Il centrosinistra funziona meglio, anche perché poi non c’è al secondo turno il traino delle liste, si premiano maggiormente le persone e i sindaci che si ritengono più affidabili.

La Russa e il doppio turno

A proposito del voto a due turni veniamo all’argomento che ieri in maniera secondo me sbagliata il centro-destra addirittura nel Presidente del Senato ha espresso: escludere il secondo se verrà superato il 40% al primo. È un argomento a mio avviso molto sbagliato perché in realtà intanto il sistema elettorale dei comuni funziona, e funziona bene, perché garantisce governabilità. I sindaci eletti hanno la possibilità di governare senza troppi intralci, che non siano quelli della magistratura. E dunque perché cambiarlo? A sostegno, La Russa riprende il classico luogo comune dell’astensione al secondo turno. Ma è un evento del tutto normale, che avviene ovunque. C’è sempre un calo fisiologico di una quindicina di punti. Basterebbe studiarsi un po’ i dati storici.

Io mi applicherei piuttosto sull’obiettivo di coinvolgere i cittadini che non vanno a votare, sul migliorare la politica, sul far diventare la politica un po’ più concreta, sobria e incidente nella realtà della vita dei cittadini. E comunque a mio avviso, il fenomeno dell’astensione, non si contrasta abolendo il secondo turno che, ripeto, garantisce la governabilità nei comuni.

Detto questo, la pagina amministrativa naturalmente è archiviata da oggi, mentre non saranno archiviati altri temi, quelli internazionali, la partita delle nomine nell’Unione Europea, e incidentalmente un paio di guerre. Un altro tema che non passerà in secondo piano è quello dell’autonomia differenziata, che viene rilanciato solo dal riformista. È un tema che a nostro avviso resterà al di là degli eventi di giornata.