Giornata di lavoro di dieci ore pagate anche 97 centesimi ogni 60 minuti. E’ il caporalato, la schiavitù moderna alla quale vengono sottoposti lavoratori sempre più disperati e disposti a qualsiasi cosa pur di portare a casa pochi spiccioli. Nell’ultima inchiesta, denominata “Piedi Scalzi”, è stato scoperchiato un sistema di utilizzo illecito di cittadini stranieri ospitati presso il Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) di Piombino, impiegati nel settore agricolo in diverse province della Toscana.

Caporalato, blitz all’alba, 10 arresti

I Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno hanno eseguito nelle prime ore di lunedì 29 aprile un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Livorno, nei confronti di dieci persone di nazionalità pakistana gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, del reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.

Sfruttati 67 migranti

L’indagine, coordinata dalla locale Procura e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piombino con il supporto del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Livorno, ha consentito di ricostruire l’illecito utilizzo di manodopera posto in essere da 6 titolari di ditte individuali operanti nel settore agricolo, i quali, avvalendosi anche di altri soggetti per il reclutamento, il trasporto giornaliero e il controllo dei lavoratori, hanno impiegato, approfittando del loro stato di bisogno, 67 cittadini di nazionalità pakistana e bengalese ospitati presso il Centro di Accoglienza Straordinaria “Le Caravelle” di Piombino per la raccolta di ortaggi e olive nonché pulizia di vigneti in terreni nelle province di Livorno e Grosseto.

Paghe anche da 97 centesimi l’ora

In particolare, sono stati accertati gli indici di sfruttamento dei migranti impiegati, rilevando l’assenza di un regolare contratto di assunzione, una reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro (con picchi di 10 ore giornaliere, senza le pause previste) e al trattamento economico (con corrispettivi sempre ampiamente al di sotto degli euro 10,56 previsti dalla contrattazione. In un caso addirittura pari a euro 0,97 all’ora), con sistematica violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene.
Nel corso dell’operazione è stato altresì eseguito un decreto di sequestro preventivo di 45mila euro quale profitto accertato dall’INPS a seguito del mancato versamento dei contributi previdenziali ed assicurativi per i lavoratori illecitamente impiegati.

 

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