Era stato il programma tv rivelazione delle Olimpiadi di Tokyo, ora non resta che un lontano ricordo affogato nella nostalgia. “Il circolo degli anelli”, in Rai, è morto dopo il suo successo datato estate 2021, quando soffiava come una ventata d’aria fresca nel palinsesto del secondo canale. Una tavolata imbandita tutti i giorni da numerosi ospiti fissi e invitati, che sfruttava il fuso orario giapponese per andare in onda alle 21.20 e ripercorrere l’intera giornata olimpica. Un programma che non si prendeva troppo sul serio, e che proprio per questo riuscì a conquistare il pubblico assestandosi sul 15% di share, toccando sempre il 10% e i 2 milioni di spettatori. Era lo sport raccontato con ironia, ma pur sempre da campioni: Sara Simeoni, Yuri Chechi, Domenico Fioravanti, ma anche da giornalisti che rimasti in Italia seguivano o intervistavano le famiglie degli olimpici. Il gusto della vittoria di una medaglia si assaporava il giorno dopo, regalando ai telespettatori quell’approfondimento più sociale che tecnico, ma altrettanto importante per entrare nella vita degli atleti.

Il caso Alessandra De Stefano

Fu la vittoria di Alessandra De Stefano, una vita nel ciclismo, premiata con il Premio Biagio Agnes e il premio del Festival Internazionale della Cinematografia Sportiva (FICS) e la nomina a Direttore di Rai Sport, (la prima donna) nel novembre 2021. Poi le tante ombre e una storia finita l’anno scorso, con le sue dimissioni: “In Rai se provi a fare una scelta diversa diventi subito un nemico. A me tentare piace, credo che ogni tanto non sia male percorrere un’altra strada. Ci sono colleghi che ancora ti dicono: ho fatto share. In realtà l’ha fatto l’evento a cui hanno partecipato. E se provi a cambiare un volto c’è chi si sente esiliato”. Ha confessato nella stessa intervista a Repubblica di essersi sentita imbarazzata a dover reintegrate Enrico Varriale. Quasi una mossa d’anticipo, da apripista al forte rimpasto di TeleMeloni che da lì a poco avrebbe cambiato completamente il volto della Tv di Stato.

La delusione di Notti Olimpiche con Jacopo Volpi

In mezzo, a dire il vero, un’esperienza meno fortunata con ‘Il circolo dei Mondiali’, dettata forse dalla fretta del risultato. Eppure l’attesa di Parigi 2024, non ha ripagato la pazienza degli spettatori. Del circolo degli anelli in tv non c’è più traccia. L’approfondimento serale su Rai 2 si chiama ora,’Notti Olimpiche’. Un programma nemmeno paragonabile a quanto pensato tre anni prima. Stravolto nell’orario, nella forma e nella sostanza. La faccia ce la mette Jacopo Volpi, oggi direttore di Rai Sport, a 67 anni. Lo studio, al contrario di prima, è piccolo. La tavolata ha lasciato spazio ad un uomo in piedi a cui si fatica a strappare un sorriso, e a qualche sgabello su cui gli opinionisti tentano di accomodarsi. Lucchetta (199 cm) sembra quasi rinchiuso in uno sgabuzzino, Yuri Chechi offrire la solitudine. Lo studio, i collegamenti. Seri, impostati. Un tg d’altri tempi. Forse Mazzocchi e Paola Ferrari con ‘Notti europee’ (trasmissione dedicata agli ultimi campionati continentali in Germania), avevano provato a fare troppo i simpatici. Il risultato comunque è lo stesso: un programma noioso, spento. Sembra tornata la Rai del 2004. Una tv non più capace di interpretare il tempo che vive. Il termometro, oltre allo share, lo fanno anche i social, e i commenti su ’Notti Olimpiche’ è persino difficile andarli a pescare.

Il confronto

Se per caso poi dovessimo accedere la tv anche la mattina, su ‘Qui Parigi’, il risultato non cambierebbe: nemmeno quello dello studio, da oscurare il più possibile con immagini di copertura delle gare. Su Discovery+, tanto per cambiare canale, a quell’ora si fanno le cose in grande. Colazione con vista skyline Parigi: tanti tetti e pure la torre Eiffel. Un buongiorno condotto da Fabrizio Monari e Rachele Sangiuliano che è un invito costante a tornare, mentre della leggerezza delle serate estive condite da sport in tv, sui canali Rai, non è rimasto granché. Nelle Notti Rai di onirico c’è poco, semmai aiuta a conciliare il sonno, mentre De Stefano le Olimpiadi le vive da un’altra prospettiva: corrispondente Rai da Parigi. Per riunire il circolo c’è sempre tempo.

Redazione

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