Franco Di Mare, storico giornalista della Rai ed ex inviato di guerra, ha un tumore, un mesotelioma aggressivo. Ne ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera e nel suo intervento a Che Tempo Che Fa sul Nove, da Fabio Fazio, dove ha anche presentato il suo libro “Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi”.

Cos’è il mesotelioma, la diagnosi di Franco Di Mare

Franco Di Mare deve girare con un respiratore automatico, che gli “permette di essere qui”, ha spiegato in collegamento da Fazio, “nonostante io abbia preso un tumore molto cattivo, si prende perché si respirano particelle di amianto senza saperlo e una volta liberata nell’ara la fibra, ha un tempo di conservazione di sé lunghissimo e quando si manifesta è troppo tardi”.

“Ero seduto qui su questo divano, guardavo un programma scemo in tv. Una fitta terribile mi è esplosa tra le scapole, una coltellata. Credevo fosse un dolore intercostale. Invece era il collasso della pleura, uno pneumotorace. Pensai: non è niente, passerà. Ho cambiato posizione, mi sembrava di sentirla meno. Ci ho dormito su, però respiravo male. Credevo di avere il Covid, ma i test risultavano negativi. Dopo 20 giorni così, mi decisi a fare dei controlli al Policlinico Gemelli” ha invece raccontato al Corriere.

“Mi hanno sottoposto a delle prove sotto sforzo. Dopo una sono svenuto. Di corsa in sala raggi per una radiografia. Al posto del polmone destro c’era il nulla. Era collassato insieme alla pleura, la pellicola che lo avvolge. La cassa toracica per metà era vuota. Hanno provato a pompare aria per risollevarlo, non è bastato. Lo hanno riattaccato con una sorta di spillatrice. Prima però hanno fatto una biopsia del tessuto. E infine la diagnosi che non mi lascia scampo” continua nell’intervista al giornale. Mesotelioma. “La malattia era contenuta nella pleura, a parte due puntini in cui era perforata. E da lì, maledizione, il tumore è uscito. La decorticazione mi ha regalato due anni di vita. Poi però, sei mesi fa, c’è stata una recidiva. Si è presentata allo stesso modo. Una fitta acutissima. Stavolta a sinistra. Respiro con un terzo della capacità polmonare”. Da qui il sostegno esterno per la respirazione.

Il mesotelioma, la malattia di Franco Di Mare colpa dell’amianto

Al Corriere ha spiegato la probabile causa del mesotelioma: “Sono stato a lungo nei Balcani, tra proiettili all’uranio impoverito, iper-veloci, iper-distruttivi, capaci di buttare giù un edificio. Ogni esplosione liberava nell’aria infinite particelle di amianto. Ne bastava una. Seimila volte più leggera di un capello. Magari l’ho incontrata proprio a Sarajevo, nel luglio del 1992, la mia prima missione. O all’ultima, nel 2000, chissà. Non potevo saperlo, ma avevo respirato la morte. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni. Eccoci”.

La speranza per Franco Di Mare

Franco Di Mare, però, non si vuole arrendere. “Dire che con questo finiscono le speranze non è vero, perché la scienza va sempre avanti”, “sono qui a festeggiare una soluzione che potrebbe essere scoperta, speriamo che ci sia una soluzione e che non sia così lontana” prosegue il giornalista.

“Ho avuto una vita bellissima, una vita veramente bella. Le memorie che ho sono memorie piene Di vita. Non voglio fossilizzarmi attorno all’idea di morte. Mi voglio legare all’idea che c’è una vita. Quello che mi dispiace tanto è scoprirlo solo adesso” dice Di Mare, aggiungendo: “Non è ancora tardi, non è ancora finita. Perchè come dice un allenatore di calcio che a te piace molto, Vujadin Boskov…’Partita finisce quando arbitro fischia’. E il mio arbitro non ha fischiato ancora”.

L’attacco alla Rai

Poi, imbeccato da Fazio, parla di chi si è ‘dileguato’: ”Tutta la Rai, tutti i gruppi dirigenti. Capisco che ci siano ragioni sindacali e legali, io chiedevo lo stato Di servizio, l’elenco dei posti dove sono stato per sapere cosa si potrebbe fare. Non riesco a capire l’assenza sul piano umano, persone a cui davo del tu che si sono legate al telefono. Trovo un solo aggettivo: è ripugnante”.

Redazione

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