Ci svegliamo ogni giorno con l’ansia dell’escalation, parola chiave di questa stagione. Ucraina, Russia, Gaza, Israele. La nostra giornata prosegue tra mille notizie vere-false che non sono mai, mai buone e concludiamo la sera con immagini di morte che non sai se sono di Kharkiv o del Libano. Una guerra in piena Europa e il drammatico riacutizzarsi della crisi in Medio Oriente hanno contribuito alla percezione che la realtà che ci circonda sia sempre più caotica e incontrollabile.

Ma è mai esistito nella storia un momento di pace, ovvero di totale assenza di conflitti? E un «nuovo ordine mondiale» che porti benessere e stabilità è possibile o è solo un’evocazione con cui si cerca di placare l’ansia e la paura provocate dal pericolo di una possibile terza guerra mondiale? Manlio Graziano, esperto di geopolitica e professore a SciencesPo e alla Sorbona, esplora queste domande tracciando paralleli illuminanti tra l’attualità e alcuni momenti chiave della storia moderna.

“Disordine mondiale”

Il suo libro è “Disordine mondiale” (Mondadori, pp 228) nel quale si parte da lontano. Dalla Guerra dei Trent’anni conclusa con la pace di Westfalia alle guerre napoleoniche suggellate dal Congresso di Vienna, fino alla Seconda guerra mondiale e al successivo bipolarismo garantito da Stati Uniti e Unione Sovietica, la «pace» non è stata altro che l’ordine imposto dalle potenze vincitrici agli sconfitti. Tra la fine del secolo scorso e l’inizio del ventunesimo secolo, tuttavia, la dissoluzione dell’Unione Sovietica – combinata all’ascesa della Cina e di altri paesi in via di sviluppo – ha spalancato le porte al multipolarismo: un sistema per sua natura instabile, caratterizzato dal costante slittamento dei rapporti di forza tra i vari attori internazionali. Gli Stati Uniti stanno oggi perdendo quel che resta della loro egemonia stabilizzatrice e nessuno può sperare di prenderne il posto senza alimentare, estendere e approfondire il disordine che ormai dilaga sotto i nostri occhi.

Il carattere caotico e conflittuale della politica mondiale è dunque destinato a durare. Solo con questa consapevolezza possiamo affrontare le sfide che ci attendono negli anni a venire. Cosa sperare dunque? Ognuno ha il suo Dio da pregare. Mentre stentano a venire fuori quegli statisti in gradi di rimettere ordine nel caos.