La prima tranche di soldi che l’Europa ricava dagli asset russi sarà consegnata all’Ucraina nei prossimi giorni. L’annuncio arriva dall’Alto rappresentante Josep Borrell che sottolinea come sia solo una parte dei finanziamenti europei verso Kiev derivanti dagli extraprofitti dei fondi russi congelati. Si tratta di circa 1,4 miliardi di euro che andranno a sostenere gli sforzi dell’Ucraina, appena l’Ungheria darà il via libera. “Vladimir Putin si sta preparando a una lunga guerra, il percorso diplomatico deve andare avanti ma dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina. La prima tranche degli extra profitti degli asset russi dovrebbe essere consegnata la prossima settimana e lo sarà, questi soldi non possono essere bloccati, abbiamo una soluzione e la metteremo sul tavolo oggi: Kiev ha bisogno di aiuto e ne ha bisogno oggi e spero che i ministri sostengano la nostra proposta” ha riferito Borrell arrivando al consiglio Affari esteri.

Nuovo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia, cosa prevede

E intanto il Consiglio dell’Ue ha adottato ufficialmente il 14esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Misure che, come spiega il Consiglio, sono finalizzate a colpire settori di alto valore dell’economia russa, come l’energia, la finanza e il commercio, per rendere sempre più difficile eludere sanzioni dell’Ue. È sempre lo stesso Borrell a parlarne: “Le nostre sanzioni hanno già indebolito significativamente l’economia russa e impedito a Putin di realizzare i suoi piani per distruggere l’Ucraina, sebbene continui l’aggressione illegale contro i civili e le infrastrutture civili. Il 14° pacchetto di sanzioni dimostra la nostra unità nel sostenere l’Ucraina e nel cercare di limitare le attività criminali della Russia contro gli ucraini, compresi gli sforzi per eludere le misure dell’Ue”.

Nello specifico si tratta di misure restrittive ai danni di ulteriori 116 persone ed entità che compromettono o minacciano l’Ucraina. In più, l’Unione Europa sta cercando di porre fino alle triangolazioni che aggirano le sanzioni alla Russia tramite paesi terzi. Per questo ha vietato i servizi di ricarica del gas naturale liquefatto (Gnl) russo nei territori dell’Ue per operazioni di trasbordo verso i paesi terzi, in modo da non far utilizzare strutture europee per il trasbordo e quindi diminuire le entrate che la Federazione Russa ricava dalla vendita e dal trasporto di Gnl.