Il caso della studentessa scomparsa nel 2006
Il giallo di Sonia Marra, l’intercettazione (“L’hanno tritata e buttata nell’immondizia”) e la parole della sorella: “Voglio piangere sul suo corpo”

Una intercettazione risalente al 2011 e riportata in auge nel libro del giornalista Alvaro Fiorucci, “L’uomo nero”, sulla scomparsa di Sonia Marra, la studentessa di 25 anni, originaria di Specchia (Lecce), scomparsa a Perugia il 16 novembre 2006 e mai più ritrovata. Nell’intercettazione, che non ha avuto sviluppi processuali, tra un seminarista e un parroco si fa riferimento alla fine di Sonia.
“A quella ragazza sai che hanno fatto? A quella l’hanno tritata. Quella non la ritroveranno mai. L’hanno buttata nell’immondizia“. A riferirla è il Messaggero che cita a sua volta il libro di Fiorucci presentato il 13 maggio scorso. Secondo quanto risulta agli atti del processo, i protagonisti del colloquio sono stati sentiti dagli inquirenti negli anni scorsi e uno di loro ha riferito di essersi inventato tutto.
I due vennero intercettati dai carabinieri di Todi, nell’ambito di una inchiesta antidroga coordinata dalla procura di Perugia. Sonia scomparve dalla sua casa di Elce, zona universitaria di Perugia poco distante dalla scuola di Teologia di Montemorcino dove lavorava.
Unico imputato Umberto Bindella, un forestale di Marsciano (Perugia) con la quale la donna aveva una relazione non ufficiale. L’uomo è stato accusato di omicidio ma sempre assolto, fino alla pronuncia della Corte di cassazione nel 2021 che ha confermato che non è stato lui a ucciderla e a far scomparire il cadavere, nonostante le bugie dette per anni per nascondere la loro relazione e, forse, un figlio in arrivo. E si ritorna quindi a quanto ascoltato dai carabinieri nel 2011: un’intercettazione che, insieme a tantissimo altro materiale, adesso servirà alla famiglia di Sonia per chiedere la riapertura delle indagini.
La telefonata tra il seminarista e il parroco si parlava anche dello strano giro di “droga, soldi, sesso e altre questioni… sai che alla fine ci rimettono sempre i più deboli. Poi quando la cosa si è ingigantita… i più furbi… Lei era in mezzo con un altro di Marsciano che era un laico. Poi è successo che in qualche modo la cosa cominciava a scottare perché lei ha visto e ha sentito. Per questo l’hanno annientata. Perché ci sarebbero andati di mezzo i preti“.
“Chi c’era a capo di tutto questo?”, chiede il parroco. “I capi? Uno è quello che adesso è anche indagato, va bene? E altri ci sono, ma non te lo posso dire. Tu immagina ‘sta mamma che non trova più la su’ figlia e immagina la Chiesa. Il corpo non lo troverà mai nessuno perché quella donna non esiste più”.
Una intercettazione che parta Alessandro Vesi, legale della famiglia, a una riflessione: “Non si può non pensare a un’analisi totale di tutto il materiale raccolto negli anni. Non solo quello usato precipuamente per il processo a Bindella, ma tutto il materiale investigativo che abbiamo da poco recuperato, anche quello scartato per tipologia di interesse: indispensabile per sottoporre alcuni passaggi o alcune risultanze per procedere a un nuovo approfondimento di natura istituzionale”.
Non si arrende Anna, sorella di Sonia: “Combatterò per trovare la verità – ha detto Anna a Perugia -. Per trovare almeno un corpo su cui poter piangere mia sorella”.
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