Da qualche ora la Presidente del Consiglio ha uno spiacevolissimo fastidio. In pratica quando incontra uno specchio, vede inspiegabilmente riflessa l’immagine di Matteo Salvini. E non è il leader della Lega con cui litiga praticamente tutti i giorni, dal vivo o per telefono, ma un Salvini un po’ più giovane e baldanzoso. L’immagine infatti è quella del 2019, quando l’allora Capitano sbancò le urne delle Europee, portando la Lega al record storico del 34,3%.

Inebriato da quel successo però, decise di mettere quei milioni di voti in frigorifero, assistendo alla nascita proprio della maggioranza Ursula, senza fare nulla. Anzi, peggio, chiudendosi nel recinto del suo gruppo parlamentare europeo, Identità e Democrazia. In pratica, un errore da penna rossa, completato poi dalla boria da Papeete. Cinque anni dopo, Giorgia, baciata da un discreto avanzamento elettorale a giugno (più del 28% dei consensi) non può permettersi lo stesso inciampo, costi quel che costi.

In pratica la Presidente dovrebbe mettere a frutto i buoni rapporti iniziali con Ursula von der Leyen, e superare le incomprensioni delle ultime settimane. La nuova maggioranza europea, con la spinta decisiva del Ppe e la forte ritrosia dei socialisti, è pronta a riconoscere un portafoglio di peso per un commissario italiano ed il candidato naturale è certamente Raffaele Fitto, c’è chi dice, persino alla vicepresidenza.

A quel punto Giorgia Meloni, per liberarsi dall’odiosa immagine riflessa, sarà chiamata a pagare un prezzo. Come leader dei Conservatori, dovrà votare a favore della nuova maggioranza in Parlamento Europeo, ed assistere alla spaccatura del suo gruppo. E a fare un’altra volta tutto il contrario di quello che aveva detto.

Aldo Rosati

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