Il capo dei vescovi Usa: "Lo scontro nella Chiesa è salito di tono”
Padre Georg, continuano le rivelazioni: “Francesco non ascoltò Ratzinger sulla filosofia gender”
Dopo la morte del papa Emerito Benedetto XVI, il suo segretario Georg Gänswein ha scatenato clamore con le sue rivelazioni su incomprensioni tra i due pontefici. Nel libro in uscita ‘Nient’altro che la Verità’ lamenta di essere rimasto “scioccato” alla decisione di Papa Francesco di renderlo un “prefetto dimezzato” e ha ricostruito alcune frizioni tra i due papi arrivando ad accusare Francesco di essersi mosso in modo scomposto nei confronti del suo predecessore fino a causargli dolore. E rivela le diverse visioni di Francesco e Benedetto. Tra queste anche quella su come affrontare la “propaganda sulla filosofia gender”.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, lo scrisse Ratzinger a Bergoglio. D’accordo con il papa che bisognasse “trovare un equilibrio tra rispetto della persona e amore pastorale e dottrina della fede” ammonì che “la filosofia gender insegna che è la singola persona che si fa uomo o donna. Non interessa il bene della persona omosessuale ma di una voluta manipolazione dell’essere”. “So che molti omosessuali sentono di essere pretesto per una guerra ideologica. Perciò una resistenza forte e pubblica è necessaria”, scrisse Benedetto. E Gänswein annota: “Richieste specifiche di osservazioni non sono più arrivate”.
Nelle tensioni tra progressisti e conservatori si alzano i toni. Papa Francesco ha lanciato un monito a “Non dare scandalo”. “Dio si incontra nell’umiltà e nel silenzio”, ha detto ai fedeli all’Epifania. E le sue parole sono sembrate una risposta alle dure critiche ricevute da padre Georg. “Adoriamo Dio e non il nostro io; adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie; adoriamo Dio per non inchinarci davanti alle cose che passano e alle logiche seducenti ma vuote del male”.
Sulle critiche manifestate da Georg Gänswein, si è espresso in un’intervista a Repubblica anche l’ arcivescovo Timothy Broglio, presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti. Ex ordinario militare, in passato segretario del cardinale Angelo Sodano, da novembre monsignor Broglio, annoverabile tra i conservatori, è a capo dell’episcopato Usa. “Confesso che non ho letto quello che ha detto – ha spiegato – ma penso che se abbiamo critiche da fare al Santo Padre non bisogna farle tramite i mass media ma direttamente a lui personalmente. E considero monsignor Gänswein come un amico”. Per Broglio “ci sono tensioni tra, diciamo, progressisti e conservatori. Forse ci sono sempre state ma mi sembrano molto più evidenti adesso. Vediamo alcuni vescovi tedeschi che vanno avanti con il percorso sinodale, e con questo certamente io non posso essere d’accordo, sarebbe una fonte di tensione. Ma ci sono critiche anche dall’altra parte, che possono essere anche esagerate. Sì, bisogna riconoscere che ci sono tensioni”. “Credo che papa Francesco ci abbia insegnato molto. Bisogna dare la possibilità a tutti di esprimere i propri pensieri, e allo stesso tempo bisogna cercare anche di ridurre l’amarezza che sentiamo a volte: difficile immaginare che queste siano persone della Chiesa, che prima di tutto è una comunione di amore. Possiamo non essere d’accordo – continua Broglio – però bisogna cercare la maniera di esprimere le critiche in una maniera fraterna, caritatevole ed evitare questa asprezza che spaventa“.
Ratzinger ‘Santo subito’?. “Credo che in futuro certamente il processo inizierà. Ma penso anche e, se posso osare, credo che Papa Benedetto sarebbe d’accordo con me, che queste cose maturano con il tempo. Non ho dubbi che Joseph Ratzinger sia in cielo ma mi sembra che la Chiesa ha i suoi tempi, i suoi metodi per fare un processo normale, dare tempo di studiare il caso, e anche vedere se ci siano miracoli da attribuire alla sua intercessione. Mi sembra un po’ presto per tutto questo“. Quanto a Papa Francesco, “forse la possibilità di un ritiro sarebbe più fattibile adesso che non c’è più il Papa emerito, ma questo ovviamente è pura speculazione perché non ho idea cosa ne pensi papa Francesco. Anzi ho visto che ha appena fatto una riorganizzazione del vicariato di Roma: mi sembra uno che va avanti. Però ho visto anche la difficoltà, il fatto che non celebra: sono tutti elementi di un lavoro pastorale normale che mancano. Ma ovviamente è sempre lui che decide se ha le forze di continuare o no” prosegue Broglio.
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