44 anni fa un aereo DC-9 della società Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, precipitò in mare a Ustica e 81 persone persero la vita. Quattro decenni dopo si continua a chiedere verità e giustizia su una strage italiana segnata da depistaggi e silenzi politici. A ribadire con forza il concetto è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’anniversario della strage di “dimensioni immani” nel cielo di Ustica.

“La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica” afferma il Capo dello Stato. “Nel giorno dell’anniversario, desidero anzitutto rinnovare i sensi di una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato, pur in condizione di umana sofferenza, di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia – sottolinea il Presidente -. La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento”.

Mattarella: “Collaborazione dei Paesi amici”

“Sulla strada della ricostruzione della verità, passi significativi sono stati compiuti. Ne offre testimonianza il Museo per la Memoria di Ustica, aperto a Bologna”, ma rimarca ancora Mattarella, “la Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne il 27 giugno 1980. Al tempo stesso la memoria è anche trasmissione, ai più giovani, dei valori di impegno civile che sorreggono la dignità e la forza di una comunità e le consentono di affrontare le circostanze più dolorose e difficili”.

Giletti e l’inchiesta speciale su Ustica, parla lo 007 francese

Nei giorni scorsi sulla televisione pubblica Massimo Giletti, appena tornato in Rai, è andato in onda una inchiesta speciale per parlare della strage di Ustica, con nuove rivelazioni riguardo il disastro del DC-9 Itavia. Giletti dopo mesi di lavoro è infatti riuscito a parlare con un ex addetto militare in servizio all’ambasciata francese a Roma alla fine degli anni ’80. L’uomo rivela che furono i suoi superiori militari a dirgli di non consegnare ai colleghi italiani nel 1990 i tracciati radar della base aerea di Solenzara, in Corsica, risalenti al 27 giugno 1980. La confessione dell’ex agente: “Mi fu detto di riferire che la base era chiusa e il radar di Solenzara era in manutenzione”. Una bugia detta allo Stato maggiore dell’Aeronautica italiana.

La nuova rivelazione è in scia rispetto a quanto affermato dall’ex premier Giuliano Amato ormai quasi un anno fa, senza però fornire prove, sul coinvolgimento della Francia nel disastro aereo. Ecco la verità su Ustica: Macron chieda scusa il titolo che riempiva la prima pagina di Repubblica del 2 settembre 2023.

La tesi e che la strage, con l’abbattimento del Dc-9 Itavia, sarebbe stata causata, in una scena di battaglia aerea, da un missile sganciato da un velivolo francese. Motivo? Far fuori Gheddafi, che si supponeva volasse da qualche parte in quei cieli, in quel momento.

Il coinvolgimento di Israele secondo Report

Amato che, nove mesi dopo, nel corso di uno puntata di Report, programma di approfondimento e di inchieste condotto da Sigrfido Ranucci, amato fornisce un’altra versione: “Ma perché la Francia in quel momento doveva far fuori Gheddafi? E se lo voleva anche far fuori, perché doveva usare questo metodo in fondo un po’ anomalo nella storia francese?”. 

Report nella sua inchiesta tira in ballo un caccia israeliano che avrebbe colpito per un tragico errore operativo” (volevano bloccare la fornitura di uranio arricchito a Saddam Hussein, e hanno scambiato il Dc-9 Itavia per qualcos’altro) l’aereo italiano. Ipotesi che si basano sul libro scritto da Claudio Gatti nel 1994, ora riproposto in una nuova edizione che ripesca la “pista israeliana” già giudicata inverosimile il secolo scorso.

La ‘caccia’ sbagliata: i cinque punti che scagionano Israele

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