Il plot è tutto. Anche nelle inchieste della Procura. Soprattutto nelle inchieste della Procura che in fondo sono state le prime, almeno a livello istituzionale, a capire l’importanza della spettacolarizzazione. Del linguaggio mediatico. Se non buchi il video, non sei nessuno. Spesso, i comunicati relative alle inchieste sembrano confezionati ad arte immaginando la loro diffusione sui giornali. Mai essere toppo cavillosi. Ai giornalisti devi fornire un titolo. Se possibile, più d’uno. Altrimenti la tua inchiesta non sfonda. Audience e share interessano, e tanto, i Palazzo di giustizia. Oltre, ovviamente, al trionfo della giustizia.

L’inchiesta di Genova ha certamente superato l’esame. È molto ben congegnata. Basta guardare la resa sui principali quotidiani online. Innanzitutto c’è bisogno dell’attore principale, il nome di richiamo, fondamentale per catturare l’attenzione. No problem: è Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, esponente di spicco del centrodestra. Perfetto. Però, diciamoci la verità, a leggere il comunicato della Procura le accuse nei suoi confronti non sono da prima serata, di quelle da balzare dalla sedia. Sì corruzione. Un po’ di soldi (74mila euro) versati in più tranches al comitato Giovanni Toti – quindi come finanziamenti elettorali – da Aldo e Roberto Spinelli (padre e figlio) in cambio di presunti favori. Bene ma non benissimo. Manca la ciccia. Per carità il titolone è garantito, anche perché siamo in campagna elettorale. Ma hai visto mai che qualcuno vada a leggere di che si tratta? Potrebbe rimanere freddino. Serve altro.

Il caso di Paolo Emilio Signorini

Sto plot va un po’ movimentato. Un po’ di pruderie. Lusso, sfarzo, vita da nababbi, preferibilmente sesso. Roba che faccia incazzare i lettori e gli ascoltatori. “Perché lui sì e noi no?”. Sennò siamo fermi alla solita solfa della corruzione. Quanto può reggere? Un giorno. Non di più. Ed eccovi serviti. Il nostro uomo è Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità Portuale. Mo sì che ci divertiamo. La sceneggiatura fa un salto di qualità: 22 soggiorni di lusso a Montecarlo presso l’Hotel de Paris di Monte Carlo, per un totale di 42 notti, comprendenti giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici con posto esclusivo per la finale del torneo di tennis di Monte Carlo. Fiches per giocare al Casinò, una borsa Chanel, un bracciale in oro di Cartier, viaggio a Las Vegas con carta di credito di Spinelli. Auto per andare e tornare dal Principato. Il pagamento del banchetto nuziale della figlia (appena 6.600 euro: i liguri sono tirchi anche quando pagano gli altri). E infine un tocco di poraccitudine: un Apple watch di appena 439 euro. Scelta questa che non comprendiamo.

Volete sapere se ha funzionato? Ve ne diamo subito la prova. Non c’è giornale che non abbia dedicato allo sforzo il cosiddetto articolo di colore. Quello più letto. Per Repubblica è il secondo pezzo in homepage: “Fiches a Las Vegas, suite a Montecarlo con servizi extra in camera: il ‘prezzo’ delle concessioni pagate da Spinelli a Signorini”. Il Corsera opta per “Hotel a Montecarlo, fiches e borsette di lusso: chi è Signorini, l’ex presidente del Porto arrestato con Toti”. Il Fatto: “Soggiorni di lusso, massaggi, fiches e soldi per il casinò: chi è Signorini, l’ex presidente del porto in carcere”.

L’ultimo anello

Come al solito in fatto di titoli Dagospia dà la paga a tutti. E la loro sintesi è la conferma che il plot della Procura della Repubblica di Genova ha funzionato eccome. Il titolone è “FICHES E FICHE”. Una garanzia. E poi di seguito quei sommari che rendono bene l’idea: “Le tangenti si pagano sempre allo stesso modo: suite extra-lusso e signorine” eccetera eccetera. E il lato pruderie adesso è abbondantemente coperto. Magari qualche intercettazione contribuirà ad ulteriore pepe. Che cosa manca? Beh un po’ di roba seria. La mafia. È l’ultimo anello. Il capo di gabinetto di Toti accusato di voto di scambio con esponenti di Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi (provincia di Caltanissetta). Ora il prodotto è completo. E infatti sta girando alla grande.