L'iniziativa
15 marzo, l’ipocrita piazza bielorussa che vuole l’Europa fragile e meno libera: perché non parteciperemo alla manifestazione

Il 15 marzo non sarà la nostra piazza perché la maggioranza delle forze politiche e sociali che hanno aderito e lo stesso promotore dell’iniziativa si sono detti contrari al piano ReArm Europe, una delle più importanti iniziative comuni dell’Unione europea dal Dopoguerra, sottoscritta da tutti i 27 Paesi membri. Le stesse forze che non hanno riempito le piazze in questi tre anni per chiedere il ritiro russo e più aiuto per gli aggrediti, per le vittime. Il riarmo dell’Europa si è reso necessario a causa della politica imperialista della Russia di Putin e di un indebolimento della Nato deciso dalla nuova amministrazione Usa, che considera l’Unione europea, così come altri Paesi finora alleati, un ostacolo ai propri interessi nazionali. ReArm Europe è stata pensata (con il dissenso su questo punto dell’Ungheria di Orbán) anche in funzione di un ulteriore sostegno al popolo ucraino, vittima della brutale invasione russa e, più in generale, di un’affermazione dell’Unione come attore globale in difesa della sicurezza e del benessere dei cittadini europei;
Il 15 marzo non sarà la nostra piazza perché la maggior parte dei soggetti, partiti, sindacati e organizzazioni che hanno aderito alla manifestazione, ha tuttavia proclamato la propria opposizione a questo piano, pur condiviso da tutte le maggiori e storiche famiglie politiche europee, denunciandone la pretesa negazione dei valori fondativi dell’integrazione europea, quando la costruzione della Comunità europea è stata incentrata proprio sulla Difesa comune. Dopo decenni di indifferenza verso il federalismo europeo e per chi lottava per gli Stati Uniti d’Europa, alcune di queste forze si sono scoperte all’avanguardia di questo movimento per boicottare ciò che oggi è possibile e necessario fare anche per rianimare il percorso verso l’integrazione politica dell’Europa;
Il 15 marzo non sarà la nostra piazza perché la prospettiva delle forze armate europee, che resta centrale in un percorso federalista, non è ostacolata dal piano ReArm Europe, che ancora non è delineato nel dettaglio e che rappresenta, per il necessario coordinamento delle iniziative militari, un passo avanti verso la costruzione federalista. Come ha scritto Angelo Panebianco, si confrontano oggi in Italia un partito “bielorusso” trasversale agli schieramenti, “pacifista” e pronto a ogni sorta di cedimento verso la protervia imperialista di Putin, e un partito europeista che intende dotare l’Unione di un proprio potere deterrente;
Il 15 marzo non sarà la nostra piazza perché vogliamo sottolineare, per quello che riguarda l’aspetto specificamente militare, che sebbene siamo perfettamente consapevoli come il progetto di Difesa comune europea implichi tempi lunghi e scelte complesse, è oggi necessario compiere passi rapidi e incisivi per rafforzare gli eserciti nazionali, in modo non solo da garantire al più presto la sicurezza collettiva in vista del disimpegno statunitense, ma per fornire adeguato sostegno all’Ucraina – nelle forme ritenute opportune, dalla semplice deterrenza al peacekeeping – sulla difficile strada verso una pace giusta e duratura;
Il 15 marzo non sarà la nostra piazza perché è necessario rilevare come la minaccia russa sia concreta, sia in termini di guerra ibrida – di cui abbiamo continuamente prova in Occidente – sia in termini di possibile violazione delle frontiere europee, in presenza di pretesti o “incidenti” provocati allo scopo; frontiere per difendere le quali non esistono oggi, soprattutto in previsione del ridotto supporto statunitense, effettivi e mezzi adeguati. Un’Europa che voglia mantenere la propria libertà e sicurezza deve dotarsi degli strumenti difensivi – in ambiente cibernetico, spaziale, aereo, marittimo e terrestre – per scoraggiare ogni tipo di minaccia esterna.
Il 15 marzo non sarà la nostra piazza perché noi, federalisti, impegnati per la costruzione degli Stati Uniti d’Europa, da sempre legati senza ipocrisie e infingimenti al Manifesto di Ventotene, respingiamo l’invito a mischiarci con la piazza “bielorussa” che il 15 marzo pretenderà di rappresentare valori che non appartengono all’Unione europea. Il pacifismo troppo spesso ha finito per essere il miglior alleato dell’aggressore e, nei fatti, sostanzialmente indifferente alla vicenda dell’aggredito che “una mattina si è alzato e ha trovato l’invasor”.
Valerio Federico
Marco Taradash
Gastone Breccia
Luigi Chiapperini
Nane Cantatore
Simona Benedettini
Stefano Chiodaroli
Alessandro De Nicola
Orio Giorgio Stirpe
Alessandro Farruggia
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