La conferenza Unesco
A Napoli la conferenza internazionale Unesco: sarà centro della cultura mondiale
La città di Partenope ospiterà un vertice internazionale che porterà rappresentanti ed esperti ed dei 194 Paesi membri, sul tavolo la volontà e l’esigenza di elaborare una visione comune, nuova del Patrimonio Mondiale e Immateriale dell’Umanità
“Napoli è la sola città del mondo che non è affondata nell’immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è mai stata sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno” scrisse la penna di Curzio Malaparte. E questo mondo antico, troppo spesso sbeffeggiato, ora diventa il centro della cultura, il ventre di Napoli diventa il cuore dell’arte, della storia, della bellezza. La città di Partenope ospiterà un vertice internazionale che porterà in città rappresentanti ed esperti ed dei 194 Paesi membri Unesco, sul tavolo la volontà e l’esigenza di elaborare una visione comune, nuova del Patrimonio Mondiale e Immateriale dell’Umanità. Sette incontri per discutere di urbanizzazione, turismo eccessivo, cambiamenti climatici e conflitti.
Il Palazzo Reale epicentro della conferenza
L’evento fortemente voluto dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e dal Ministro degli esteri Antonio Tajani inizierà il 27 novembre per concludersi due giorni dopo. Sangiuliano nelle varie interviste rilasciate durante la presentazione dell’evento ha spiegato che «Napoli è un paradigma assoluto, la città ideale dove ospitare un evento del genere. Napoli è una grande capitale del mondo. Lo sta a indicare la sua storia, la sua tradizione ed è anche una città logisticamente attrezzata per ospitare un evento di questa caratura. Il Palazzo Reale sarà, in un certo senso, l’epicentro della conferenza e poi ci saranno anche eventi collaterali, concerti e poi potremo mostrare le bellezze di Napoli, soprattutto del suo grande centro storico, al mondo intero. Le sue chiese, i suoi musei, penso al Museo Archeologico Nazionale che è veramente un’eccellenza».
Una biblioteca aperta a tutti
La Conferenza Unesco non è la sola buona notizia per la città, finalmente dopo decenni di disastri, abbandono e non curanza l’Albergo dei Poveri avrà nuova vita. Il Palazzo voluto da Re Carlo III di Borbone, conosciuto come Palazzo Fuga, diventerà un polo culturale. A inaugurare ieri il cantiere nel quale si svolgeranno i lavori per una delle opere più maestose del settecento europeo il Ministro Sangiuliano e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Nelle stanze dell’Albergo dei Poveri ci sarà una sezione distaccata del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), una biblioteca aperta a tutti, ci saranno anche scuole di alta specializzazione e uno studentato grazie alla sinergia con l’Università Federico II. Tanto si era dibattuto sul destino di questo imponente palazzo, tanti i progetti, le partenze e i rinvii. Ridotto ormai in stato di abbandono, finalmente il Palazzo realizzato da Ferdinando Fuga nel 1751 con lo scopo di accogliere i poveri del regno sarà rimesso a nuovo e finalmente la città si vedrà restituire un pezzo importantissimo e prezioso della sua storia. Un’emozione che il Ministro Sangiuliano non ha voluto nascondere ai presenti all’inaugurazione: «Non ho problemi a definirmi emozionato nel vedere che finalmente iniziano i lavori per il grande progetto dell’Albergo dei Poveri. La cultura ha bisogno di infrastrutture e noi, oggi, creiamo una grande infrastruttura culturale a Napoli che serva a tutto il Mezzogiorno e a tutta l’Italia».
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