Indagato il legale rappresentante dell'azienda
“A nostra figlia ho detto che mamma è in cielo”, il dolore del compagno di Laila El Harim, 41enne morta in fabbrica

Hanno avvisato Manuele Altiero della morte della compagna Laila El Harim, nella fabbrica dove lavorava a Composanto, in provincia di Modena – trascinata e schiacciata da una fustellatrice, macchinario per sagomare il materiale da imballaggio – pochi minuti dopo l’incidente mortale. “Mi ha avvertito alle 9 di mattina, con una telefonata, un mio ex datore di lavoro, socio dell’impresa dove circa un paio di mesi fa era stata assunta la mia compagna. Non è riuscito a dirmelo chiaramente: ‘Laila ha avuto un brutto infortunio, corri qui…’. Non ha aggiunto altro. Ma io ho capito tutto”, ha raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera il 39enne. La coppia aveva avuto una figlia, Rania, di cinque anni.
“Consigliato da una psicologa del Comune di Bastiglia, dove vivo, le ho detto cosa fosse successo, senza girarci attorno: ‘Mamma purtroppo ha preso una botta forte, è andata in cielo’. Rania mi ha guardato e sì, certo, ha capito. Poi mi ha abbracciato stretto, a lungo”. La coppia si era conosciuta l’1 luglio 2001, sul posto di lavoro. Si erano fidanzati e pensavano di sposarsi il prossimo giugno, in Puglia. La vittima aveva origini marocchine ma era in Italia da circa vent’anni.
Laila aveva cambiato ditta da poco, da circa due mesi, lavorava alla Bombette. I proprietari l’avevano voluta proprio per la sua professionalità con la fustellatrice. “Però le macchine devono funzionare come si deve: io capisco che si debba fare qualcosa in più… Ma la sicurezza viene prima – dice l’uomo – Ogni giorno attorno a quella fustellatrice c’era un elettricista, c’erano dei problemi. Laila, inoltre, doveva occuparsi dell’avviamento su tutte le apparecchiature, istruendo anche un apprendista. Che martedì purtroppo era assente perché è andato a vaccinarsi. Se ci fosse stato, chissà, forse non sarebbe successo…”.
L’uomo pretende verità e chiarezza sulla morte della compagna. La Procura di Modena, a quanto scritto stamane da diversi media, avrebbe iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante dell’azienda. Un atto dovuto per chiarire la dinamica della tragedia. Sul corpo della 41enne sarà eseguita l’autopsia. Sotto sequestro il macchinario. Secondo le prime informazioni, la fustellatrice a cui lavorava Laila era provvista di un doppio blocco di funzionamento meccanico, ma purtroppo azionabile, da parte dell’operatrice, soltanto manualmente e non automaticamente. Nei primi sei mesi di quest’anno l’Inail ha registrato 538 morti bianche, 3 al giorno. Sono state 1.538 le vittime in tutto alla fine del 2020.
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