Il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Iv) in un post su Facebook, ha proposto di “invitare e dare massima visibilità con un posto in prima fila al festival di Sanremo alle tre ricercatrici dell’ospedale Spallanzani di Roma, Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita e Concetta Castilletti, che hanno isolato il coronavirus responsabile dell’epidemia partita dalla Cina”. Ma le tre ricercatrici hanno declinato l’invito. “È impossibile lasciare il laboratorio in questo momento di intenso lavoro: siamo impegnate a coltivare il coronavirus e a distribuirlo ai laboratori che dovranno studiarlo. E anche nelle attività di controllo per i test che potrebbero essere necessari”, ha detto all’AdnKronos Concetta Castilletti, la virologa dello Spallanzani anche a nome delle colleghe Maria Rosaria Capobianchi e Francesca Colavita.

Anzaldi, parlando dell’intenzione del Festival di quest’anno di puntare l’attenzione sul ruolo delle donne aveva invitato la Rai a prendere in considerazione l’invito alle tre virologhe: “In questi giorni il palco di Sanremo sarà il centro delle attenzioni di gran parte degli italiani. La Rai potrebbe mandare un messaggio di grande orgoglio per il nostro Paese: ospitare le tre ricercatrici, dare a loro quel palcoscenico per ringraziarle del loro grande impegno. Anche così si può mandare un messaggio contro gli allarmismi e contro chi alimenta paure. L’Italia ha le carte in regola per superare qualsiasi emergenza”.

Le tre hanno ringraziato per il pensiero ma hanno detto che in questo momento è davvero impossibile privare il loro laboratorio di tre persone.  “Dopo l’annuncio di domenica – ha spiegato Castilletti – ci siamo rese conto che mancare anche un solo giorno è complicato. Inoltre mi sembrerebbe poco rispettoso rispetto agli altri colleghi perché il risultato raggiunto con l’isolamento del virus è stato ottenuto da un’intera squadra”.

“Dopo l’annuncio di domenica – ha ammesso Castilletti, “siamo state veramente travolte. Vogliamo tornare alla normalità e concentrarci sul lavoro che, in questo momento, non può essere trascurato nemmeno per poco tempo. Abbiamo già esagerato con i riflettori, non siamo abituate e preferiamo dare il nostro contributo dove serve di più”.

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