Se le premesse su cui è stata fondata l’Unione Europea, democrazia, progresso e pace, sono ora in pericolo, è necessario un impegno “per dare loro nuova vita”. Con un appello agli europarlamentari che suona come una chiamata alle armi per difendere le istituzioni comunitarie in un momento di smarrimento politico e ideologico, il presidente francese Emmanuel Macron ha inaugurato oggi al Parlamento europeo il semestre di presidenza europea della Francia.
L’inquilino dell’Eliseo, sfidando anche i conservatori che siedono nel palazzo di Strasburgo, ha proposto una visione progressista su temi che animano il dibattito politico: ambiente e aborto. “Voglio aggiornare la Carta dei diritti fondamentali, a vent’anni dalla sua promulgazione” e inserire “la tutela dell’ambiente e il riconoscimento dell’accesso all’aborto come diritto fondamentale”, ha detto Macron, confermando l’ispirazione alla solidarietà, le tutele dei lavoratori, il salario minimo e le garanzie per chi opera nelle piattaforme digitali.
In questo senso, il presidente francese ha presentato uno schema di Ue capace di diventare una “potenza democratica, culturale e educativa” e un modello globale. Ma per farlo, sottolinea Macron, è necessario modificare le regole in grado di garantire la difesa dagli attacchi e dalle “minacce” che mettono a rischio la essenza dell’Ue: “la democrazia e lo stato di diritto“. Con la fine dello stato di diritto ci sarebbe il regno dell’arbitrario e di un ritorno ai regimi autoritari, alla balbuzie della nostra storia. “Dietro a tutto questo c’è una lotta ideologica sostenuta da svariate potenze autoritarie alle nostre frontiere e lo vediamo in diversi dei nostri Paesi”. Il riferimento va alle minacce ‘ibride’ che arrivano dalla Russia e Cina in particolare. Per questo, l’obiettivo della presidenza francese sarà di promozione dei valori fondanti dell’Ue.
Per Macron, inoltre, va corretto anche il Trattato sullo spazio di Schengen, che è la “condizione del rispetto della promessa originale della libera circolazione. Per proteggere le nostre frontiere esterne ivi compreso elaborando una forza intergovernativa di intervento rapido, agire con accoglienza solidale e condivisa tra gli Stati membri come abbiamo fatto tra il 2018 e il 2021”, ha detto il presidente francese avanzando la proposta dell’istituzione di una prima forma di esercito europeo. Insomma, è necessaria una “Europa potenza del futuro capace di rispondere alle sfide geopolitiche” e di dialogare con diversi interlocutori stranieri: Mosca, Pechino, Kiev, Londra e le capitali dei diversi paesi africani che saranno interessate al confronto per respingere ogni forma di destabilizzazione l’Europa. E rilancia una cooperazione con il continente africano per rispondere alla crisi migratoria. In quest’ottica bisogna “costruire dei partenariati con i Paesi di origine e di transito per lottare contro le reti di trafficanti di essere umani e rendere efficace la nostra politica di ritorno”, ha aggiunto Macron.
L’inquilino dell’Eliseo non è intervenuto solo sui temi della sicurezza e della democrazia, ma ha presentato la sua visione anche sull’economia, fortemente condizionata e compromessa dalla pandemia. Macron ha ribadito che non si può tornare al 2019 per quel che concerne le politiche macroeconomiche e di bilancio.
D’altra parte, per il presidente francese non c’è mai stato e non c’è nei testi il “culto”, l’obiettivo del debito zero, del deficit zero: “Come possiamo uscire dalla crisi e tornare alla stessa situazione di prima?”, ha domandato Macron che poi ha aggiunto come sia necessaria una nuova politica degli investimenti “definendo ciò che fanno i privati e ciò che deve fare la parte pubblica a livello nazionale ed europeo visto che tutti abbiamo l’obiettivo di rafforzare l’economia, di procedere verso l’economia decarbonizzata, solidale, di avere un’autonomia strategica: abbiamo praticato negli anni della crisi finanziaria una politica diversa e la zona euro è stata fratturata, è stata ritardata una risposta monetaria adeguata, le politiche di bilancio non hanno avuto articolazione con il risultato che la ripresa è stata più lenta rispetto agli Usa. Questa volta non è stato così”. Per cui, secondo Macron, occorre procedere in quella direzione anche nella fase successiva alla crisi, presentando una rosa di investimenti indispensabili, come quelli per l’agenda climatica, digitale e tecnologica, o quella sociale e per la difesa.