La scelta dopo lo stop dell'Umbria
Aborto farmacologico, Speranza chiede nuovo parere al Consiglio superiore di Sanità
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto un nuovo parere al Consiglio superiore di sanità, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, “in merito alla interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico”. A dirlo una nota del Ministero della Salute che sottolinea come l’ultimo parere in materia era stato espresso dal Css nel 2010.
Ieri il Consiglio Regionale dell’Umbria ha sancito lo stop all’aborto farmacologico e in day hospital, con la necessità per le donne che intendono sottoporsi all’interruzione di gravidanza di programmare il ricovero con almeno tre giorni di anticipo. La delibera voluta dalla presidente ed ex senatrice leghista Donatella Tesei, ha cancellato una possibilità prevista dalla precedente giunta di centrosinistra di Catiuscia Marini nel 2018.
“La decisione della Regione Umbria di cancellare la delibera del centrosinistra che permetteva di effettuare l’aborto farmacologico con la Ru486 senza il ricovero in ospedale è una grave lesione dei diritti delle donne, mascherata dietro una inesistente esigenza sanitaria. L’operazione politica oscurantista messa in atto della presidente Donatella Tesei, spalleggiata dal senatore della Lega, Simone Pillon, intende rimettere indietro le lancette della storia e si inserisce in un quadro più generale da sempre perseguito dal partito di Salvini. Come donne e deputate del Partito democratico avvieremo una mobilitazione in Parlamento, presentando un’interrogazione parlamentare, e in tutto il Paese affinchè venga respinta al mittente il tentativo di salto indietro”. Così le deputate del Partito democratico che annunciano la presentazione di un’interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza.
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