Le denunce e il polverone mediatico
Abusi nella ginnastica ritmica, le storie di violenze tra le “Farfalle” italiane denunciate dalle ex atlete: indaga la Procura
Storie simili che si vanno a sommare tra di loro, creando i presupposti per quello che potrebbe diventare, se confermato, il più grande scandalo nella storia della ginnastica ritmica italiana. Sono le denunce pubbliche formulate da alcune ex atlete che hanno parlato degli abusi subiti mentre frequentavano il centro federale di ginnastica ritmica dell’Accademia di Desio, in provincia di Monza e Brianza.
Una vicenda che ha spinto una procura, quella di Brescia, ad aprire una inchiesta, ed il neo ministro dello Sport Andrea Abodi ad incontrare il presidente del Coni Giovanni Malagò e quello della Federginnastica, Gherardo Tecchi.
Al termine del faccia a faccia, Abodi ha sottolineato che “quello che emerge andrà valutato” dal tribunale di Brescia e dal tribunale federale, e che “di sicuro il confine tra il rigore e lo sconfinamento è una linea sottile. L’allenamento della ginnastica presuppone una preparazione fisica di un certo tipo. Ma le cose bisogna dirle agli atleti nel modo giusto, altrimenti si va oltre”. Per Malagò quello della ginnastica è un mondo a stragrande maggioranza di persone oneste e competenti, “parliamo di un movimento con diverse centinaia di migliaia di tesserati, con la ritmica che rappresenta il fiore all’occhiello del sistema sportivo italiano”. Per il numero uno del Coni è “giusto fare chiarezza e verificare tutto, la salvaguardia degli atleti è al primo posto. Ma il movimento è sano, serio e rispettoso delle regole“.
Il clamore sula ginnastica ritmica è sorto con una intervista concessa lo scorso 30 ottobre da Nina Corradini, oggi 19enne, che a Repubblica ha raccontato delle umiliazioni e delle vessazioni subite dal 2019 al 2021 mentre era ospite del Centro federale. Pressioni dovute alla necessità di mantenere un certo parametro di peso per restare all’interno della Nazionale italiana.
Al quotidiano Corradini ha raccontato che lei, come le altre compagne, veniva quotidianamente pesata “in mutande e davanti a tutti, sempre dalla stessa allenatrice” che poi esprimeva un giudizio. “Cercavo di mettermi ultima in fila, non volevo essere presa in giro davanti alla squadra. L’allenatrice mi ripeteva ogni giorno: “Vergognati”, “mangia di meno”, “come fai a vederti allo specchio? Ma davvero riesci a guardarti?”. Una sofferenza”, lo sfogo di Corradini. Pressioni insopportabili, tanto da spingerla ad assumere lassativi di nascosto: “Mi disidratava e, non mangiando, non avevo più forze. Mi ammalavo, avevo poco ferro nel mio corpo. Una volta sono svenuta a colazione, ma le allenatrici mi hanno fatto andare lo stesso in palestra, pensavano fosse una scusa”.
Nel 2021 Corradini ha lasciato la squadra: “Me lo ricordo il giorno in cui ho trovato la forza di andare via, era il 14 giugno. Avevo passato ogni minuto degli ultimi mesi precedenti a desiderare di scappare da lì. Ora voglio informare e proteggere le bambine più piccole: tutti devono sapere la realtà“, ha dichiarato l’atleta
Dopo Corradini a denunciare il clima irrespirabile è stata, il giorno seguente e sempre a Repubblica, Anna Basta. Uscita dall’Accademia di Desio nel 2020, Basta ci era entrata nel 2016 quando aveva 15 anni. Al quotidiano ha raccontato di aver avuto attacchi di panico, problemi alimentari e anche pensieri suicidi. Eppure Basta, scrive Repubblica, prima di lasciare l’Accademia, “aveva denunciato tutto ‘ai piani alti’” ma “nessuno aveva mai fatto nulla”.
Quindi la terza denuncia, che arriva su Repubblica dalla due volte campionessa mondiale di ritmica Giulia Galtarossa. Parole durissime quella della 31enne, che non ha mai nascosto di aver sofferto di disturbi alimentari legati alle regole troppo rigide regole del suo sport, in cui si racconta che “l’esperienza all’Accademia di Desio” le “ha rovinato la vita”. Lì ha iniziato ad avere gravi problemi di alimentazione, eppure pur raccontando il tutto alle allenatrici, avevano “minimizzato il problema”.
Un clima da caserma riassunto, tra le altre cose, dal messaggio posto alla fine di una dieta indirizzata a Galtarossa in cui si leggeva: “Abbiamo un maialino in squadra”. A quei tempi, siamo nel 2012, “era diventato un problema anche bere mezzo litro d’acqua dopo ore di allenamento. Una volta un’assistente dello staff mi ha urlato in un ristorante, un posto convenzionato con la federazione. Stavo sbucciando una pera. Entra e mi guarda con occhi sgranati, per poi dirmi: “Giulia, tu ti stai mangiando una pera?” Non potevo. Uno o due etti cambiavano la giornata in palestra”.
A seguito dei due articoli pubblicati sulle ‘esperienze’ all’Accademia di Desio di Corradini e Basta, la procura di Brescia ha aperto un fascicolo d’inchiesta, anche se non vi sono notizie in merito, né sui reati né quantomeno sulle persone coinvolte, da allenatori a dirigenti della Nazionale.
Da parte sua la Federginnastica ha diramato un comunicato stampa in cui si sottolinea che “non tolleriamo alcuna forma di abuso” e che “sono state date disposizioni perché siano immediatamente informati la Procura Federale e il Safeguarding Officer”, un organo indipendente della Federazione che competenze specifiche, psicologiche e legali, in materia di abusi e molestie e che avvierà ora una propria indagine interna.
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