La storia ci insegna che le situazioni stagnanti non si risolvono con la politica intesa come arte del possibile, ma con il coraggio di rendere possibile ciò che è necessario. È giunto il momento di agire con determinazione per contrastare il disfacimento delle architetture politiche basate sull’abuso del bipolarismo. Il contrappasso, ormai evidente, si sta abbattendo sulle forze politiche che hanno sfruttato un sistema concepito più per perpetuare il potere che per garantire una buona governabilità.

Le incoerenze

Questo scenario ha alimentato, come in nessun altro paese, un populismo di destra e di sinistra che spesso si allea nella disgregazione, generando contraddizioni ormai esplosive. Le tensioni europee, il grottesco pacifismo che favorisce autocrati armati e distruttori delle convenzioni internazionali, e l’irruzione del trumpismo in un panorama politico già fragile, stanno mettendo in luce le profonde incoerenze delle coalizioni bipolariste. Si delinea sempre più chiaramente una realtà che separa il grano dalla pula: è ormai improbabile mantenere uniti nazionalisti e disgregatori dello Stato, riformisti e populisti, europeisti e antieuropeisti, fautori della disciplina fiscale e dissipatori di risorse pubbliche.

Questa situazione, pericolosa e deprimente, richiede una riflessione profonda: nei momenti di crisi, è l’audacia a fare la differenza. Non si può risolvere un problema con lo stesso approccio che lo ha generato. Chi desidera un cambiamento deve unirsi, non per creare nuovi partiti, ma per promuovere una vasta e coerente rete culturale e politica capace di orientare e rassicurare i cittadini sui rischi che ci attendono.
Molto dipenderà anche dalle scelte di Giorgia Meloni in Europa, in particolare nel mantenere saldi i rapporti di unità con gli alleati storici. L’Italia deve contribuire alla soluzione di questi problemi, non diventare essa stessa parte del problema. È necessario costruire un fronte unito e coerente sulle riforme costituzionali, economiche e sociali. Un fronte repubblicano, garante delle riforme e impegnato a rafforzare il senso di solidarietà nazionale, è indispensabile per affrontare le molteplici e pressanti urgenze.

I problemi derivanti dalla rottura delle consuetudini di rispetto costituzionale, nell’affrontare questioni di grande interesse nazionale, sono emersi con forza dopo la Prima Repubblica. Le maggioranze hanno iniziato a ricorrere a colpi di mano, non per migliorare l’efficienza dello Stato, ma per peggiorarla, come dimostrano il Titolo V della Costituzione modificato dalla sinistra e, oggi, il tentativo della destra di imporre l’autonomia differenziata. Di fronte agli eventi straordinari che scuotono il nostro paese e il mondo, è il momento di scegliere: accettare il declino o impegnarsi per una trasformazione coraggiosa. Finché siamo ancora in tempo le personalità che avvertono davvero la responsabilità di fronte a tanti cupi avvenimenti devono unirsi. Non per fare nuovi partiti ma per orientare i cittadini e dare loro nuove prospettive che l’Italia merita. Abbiamo bisogno di volenterosi.

Raffaele Bonanni

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