Esteri
Accordi di Abramo, domani le esercitazioni militari Africa Lion: il ruolo della partecipazioni di Algeria e Qatar

Nonostante il conflitto di Gaza, provocato dalle stragi del 7 ottobre di Hamas in Israele, prosegue il lavoro in favore degli Accordi di Abramo e di una normalizzazione dei rapporti tra lo Stato ebraico e i Paesi arabi, anche grazie al ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump che ne è stato il primo sostenitore. Non è un caso che, in un momento politico così delicato per il Medio Oriente, questi accordi si sviluppino tramite la cooperazione in campo militare, di cui i Paesi arabi hanno bisogno alla luce delle minacce iraniane e dei suoi proxy come i ribelli Houthi. Per questo ad avvicinare Israele ad alcuni Paesi arabi saranno le esercitazioni militari Africa Lion previste per il 14 aprile in Tunisia, che quest’anno vedranno soggetti storicamente anti-israeliani come Algeria e Qatar partecipare insieme allo Stato ebraico. Anche la Mauritania e la Libia prendono parte, nonostante questi due Stati del Maghreb non intrattengano relazioni diplomatiche con Israele.
Questo evento è la principale esercitazione annuale dell’Africa Command degli Stati Uniti (AFRICOM). A partire da maggio si svolgeranno esercitazioni anche in Ghana, Senegal e Marocco, con la partecipazione di oltre 10mila militari provenienti da oltre 40 Paesi, tra cui 7 alleati della Nato. L’edizione di quest’anno promette di essere la più grande nella storia di questa esercitazione. Dalla ripresa delle relazioni tra Rabat e Tel Aviv, il 10 dicembre 2020, l’esercito israeliano ha partecipato regolarmente a queste operazioni su larga scala. La sua presenza, soprattutto sul suolo marocchino, è ormai un’abitudine. Quest’anno l’African Lion accoglierà nuovi partecipanti come l’Algeria – in qualità di “membro osservatore” – e il Qatar, secondo la dichiarazione dell’AFRICOM. La partecipazione dell’esercito del Qatar a fianco delle forze israeliane non sorprende, visto che è nella lista dei Paesi che prenderanno parte all’esercitazione aerea Iniochos 2025, organizzata dalla Grecia dal 24 marzo al 13 aprile, con un aereo F15.
La grande sorpresa è quella dell’Algeria, che non intrattiene relazioni diplomatiche con Israele. Algeri aveva rotto le relazioni diplomatiche con il Marocco e ha chiuso il suo spazio aereo agli aerei marocchini quando Rabat ha ripreso le relazioni con Israele. Ora si vede che la propaganda algerina era solo per il consumo interno, volto a impaurire il popolo parlando di una presunta minaccia israeliana ai popoli arabi. Allontanandosi dal suo alleato strategico, la Russia, l’Algeria rischia una dura reazione da parte di Mosca soprattutto nella sua escalation in corso con Paesi del Sahel Mali, Niger e Burkina Faso alleati di Mosca.
L’Algeria, che ha facilitato l’accesso dei Wagner in Mali, attacca oggi la presenza militare russa nei Paesi del Sahel. Eppure il presidente Abdelmadjid Tebboune aveva accennato a una possibile normalizzazione con lo Stato ebraico durante un’intervista rilasciata a un media francese il 2 febbraio. La presenza di soldati algerini all’African Lion 2025, anche in qualità di “osservatori”, in territorio marocchino, tunisino, senegalese o ghanese, segna una svolta significativa nella storia di queste manovre. Occorre ricordare che il Generale Michael Langley, comandante dell’AFRICOM, aveva effettuato una visita in Algeria il 22 gennaio 2025, dove ha firmato un memorandum d’intesa sulla cooperazione militare, come annunciato dall’ambasciata degli Stati Uniti ad Algeri in un comunicato stampa. Nell’ottobre 2020, sotto la presidenza di Donald Trump, l’Algeria ha rifiutato l’invito degli Usa a firmare un accordo di cooperazione militare durante una visita nella regione del Maghreb dell’ex segretario alla Difesa statunitense Mark Esper. Al contrario, Marocco e Tunisia avevano colto questa opportunità.
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