Come annunciato nella conferenza stampa di domenica sera dal premier Giuseppe Conte, il commissario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri ha firmato l’ordinanza che impone un prezzo massimo di 50 centesimi (più Iva) per la vendita al pubblico delle mascherine chirurgiche.
Lo prevede un accordo raggiunto da Arcuri con Fofi, Federfarma e Assofarm. Alle farmacie che ultimi giorni hanno acquistato dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi “verrà garantito un ristoro ed assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal Governo”.
Inoltre nelle prossime ore verrà sottoscritto un secondo accordo che consentirà alle associazioni di farmacisti di negoziare, congiuntamente con il Commissario, l’acquisizione di importanti quantitativi di mascherine ad un prezzo inferiore a quello massimo fissato dall’ordinanza.
RABBIA CONFCOMMERCIO – Il prezzo stabilito dal governo ha fatto andare su tutte le furie Confcommercio che, tramite la vicepresidente Donatella Prampolini, annuncia che “a prezzo stop alle vendite”. “Con le attuali dinamiche di mercato il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra”, ha sottolineato Prampolini, chiedendo di fissare ad almeno 60 centesimi perché le aziende hanno in carico le mascherine ad un prezzo maggiore. “Altrimenti – dice – l’effetto immediato sarà che smetteremo di importarle. Intanto molte aziende hanno bloccato vendite e ordini”.