Aspettare 32 anni per tornare a Sanremo in gara (dopoché nel 2020, il palco dell’Ariston era stato teatro della loro reunion) e farlo portando una canzone fresca e originale. Non è il caso dei Ricchi e Poveri e del loro nuovo singolo “Ma non tutta la vita. “La gara è un’altra cosa”, aveva dichiarato Angelo Sotgiu – 77 anni – consapevole di portare all’ascolto del pubblico una “canzone meravigliosa”. Un brano costruito sull’ironia, che ha sempre contraddistinto i Ricchi e Poveri, ma anche sulle note di qualche altra canzone che ha già fatto strada nella musica Italiana.

Come nasce “Ma non tutta la vita” e il plagio a “Non amarmi” e “Semplice”

Il brano viene presentato in gara come scritto e musicato da Cheope, Stefano Marletta ed Edwyn Clark Roberts. È un brano Pop dance che prende luce dopo una chiamata di Alfredo Rapetti Mogol (Cheope) al duo: “Ci chiama e ci dice che un ragazzo giovane, Edwyn Robert – raccontano a Rolling Stone – aveva scritto una canzone per noi. Così sentiamo il pezzo che ci conquista e andiamo a registrarlo a Milano”. L’idea di presentarlo a Sanremo viene invece da loro manager, Danilo Mancuso: il contatto con Amadeus e l’invito alla Kermesse.

Tutta Italia lo scopre nella prima serata, martedì 6 febbraio, e prima ancora della strofa iniziale (Che confusione il sabato / È quasi peggio di quello che dicono, con te però / C’è un non so che di magico /C’è un non so che, c’è un non so che bellissimo), è l’intro a spiazzare: il synth – la cui melodia viene ripresa nel ritornello – ricalca due grandi canzoni del passato. E una fu presentata al Festival di Sanremo 1992. Si tratta di “Non amarmi”, di Francesco Alotta e Aleandro Baldi, e del suo incipit al pianoforte – anche in questo caso ripreso nel ritornello -. Ma non solo. Nel 1983 contenuto nel più grande album di Gianni Togni, Luna, c’era anche “Semplice”. Persino in questo caso non serve ascoltare l’intero brano per rendersi conto della similitudine, ci si può fermare ai primi 20 secondi, al suo ’ni-ni-ni-ni”.

I Ricchi e Poveri e quel ‘Che sarà’ liberamente ispirato a Caetano Veloso

Non è la prima volta che un brano dei Ricchi e Poveri a Sanremo viene accusato di plagio. Celebre il caso del 1971, quando il gruppo in coppia con José Feliciano in ‘Che Sarà’ si piazza al secondo posto. Il brano diventato un inno generazionale presentava la stessa melodia di London London, pubblicato appena un anno prima (1970) da Caetano Veloso, cantautore e chitarrista brasiliano che nella sua solitaria Londra (‘I know I know no-one here to say hello’) cantava in inglese il suo esilio volontario dalla dittatura instaurata nel Paese carioca. Per dirla alla Togni, se è una commedia, allora avanti un’altra scena, per noi non c’è problema.

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