Fu uno dei primi giocatore-allenatore, lanciò Totti in prima squadra e si lanciò in una memorabile corsa sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta nel derby ripreso dal suo Brescia, quello di Roby Baggio che nel suo contratto con il club dell’allora presidente Luigi Corioni fece mettere una clausola che prevedeva l’interruzione dell’accordo qualora il tecnico romano fosse stato esonerato. Il calcio e l’Italia piangono Carlo Mazzone, uno dei personaggi più schietti e carismatici degli ultimi decenni. Aveva 86 anni, se ne è andato nella sua città adottiva, Ascoli, dove viveva da tempo insieme alla moglie e ai figli.

Un allenatore primatista: Carletto ha allenato ininterrottamente per circa 38 anni (dal 1968 al 2006), stabilendo il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 panchine ufficiali, di cui ben 792 partite (797, calcolando anche 5 spareggi) in serie A (altro record).
Un tecnico esperto di salvezze ma anche grande innovatore: fu lui a reinventare Andrea Pirlo nel ruolo che lo ha poi consacrato come uno dei migliori centrocampisti al mondo. Fu lui a lanciare Francesco Totti a 16 anni in prima squadra, vincendo anche le resistenze dell’allora presidente Franco Sensi che voleva acquistare, su indicazione dell’allora tecnico Carlo Bianchi, il finlandese dell’Ajax Jary Litmanen, cedendo Totti in prestito alla Sampdoria.

E’ stato un allenatore di provincia, esperto di salvezze e di quella cultura del lavoro giorno dopo giorno. Un allenatore che ha però ispirato Pep Guardiola, che Mazzone ebbe a Brescia per un breve periodo all’inizio del Duemila. “E’ stato un papà per me. Venivo dal Barcellona, dove ero stato capitano e bandiera e mi disse ‘Pep, io non ti volevo, non so che ci fai qua, ho preso Giunti dal Milan, ma tu sei molto fortunato, ti vorrò bene e ti farò giocare’“. Lo stesso Guardiola che nel 2009 invitò Mazzone alla finale di Champions League tra Barcellona e Manchester Utd e al termine della partita gli dedicò la vittoria.

Nato a Trastevere e cresciuto nelle giovanili della sua Roma, Mazzone esordì in serie A con la maglia giallorossa, poi venne ceduto prima alla Spal e poi in serie C (Siena). La svolta arriva con il trasferimento ad Ascoli dove, da difensore, giocò quasi nove anni, condizionati anche da un grave infortunio. Fu il presidente del club marchigiano, Costantino Rozzi, ad affidargli più volte la panchina a stagione in corso. E ad Ascoli il suo nome rimarrà per sempre legato alla prima storica promozione in Serie A, una delle prime in Italia a giocare un calcio totale ‘all’olandese’, come andava di moda in quegli anni ’70.

Indimenticabile il sesto posto conquistato in campionato alla guida del Cagliari e la celebre corsa sotto la curva bergamasca nel derby ripreso dal suo Brescia (3-3). Una corsa, anticipata con quel “se ve famo il terzo vengo sotto la curva”, per vendicare “le offese fatte a mia madre, a Roma quelle parole sono una cosa molto grave“. Oltre ad Ascoli, Cagliari, Roma e Brescia, ha allenato Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Pescara, Napoli, Perugia e Livorno.

Terminata nel 2006 la carriera di allenatore e stabilitosi nella sua Ascoli, ‘nonno‘ Mazzone nel 2008 appare in un piccolo cameo interpretando sé stesso nel film “L’allenatore nel pallone 2“, in cui dialoga a bordo di un treno con l’allenatore della Longobarda Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi.
Lo scorso novembre 2022 su Prime Video è stato diffuso il docufilm “Come un padre” di Alessio Di Cosimo (con la collaborazione di Iole Mazzone, nipote di Carletto). Un lavoro arricchito dalle interviste a tanti suoi ex giocatori come Roberto Baggio, Marco Materazzi, Pep Guardiola, Francesco Totti, Andrea Pirlo, Giuseppe Giannini, Giuseppe Signori, Dario Hubner, Gigi Di Biagio, Claudio Ranieri e i gemelli Antonio ed Emanuele Filippini.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.