Addio a Giorgio Napolitano, primo presidente nella storia della Repubblica italiana ad essere eletto per un secondo mandato. Il primo Capo dello Stato ad aver fatto parte del Partito Comunista Italiano si è spento a Roma all’età di 98 anni, compiuti lo scorso 29 giugno. Napolitano era ricoverato da tempo in una clinica romana e le sue condizioni, già critiche da diversi giorni, sarebbero ulteriormente peggiorate negli ultimi due giorni. Nel maggio 2022 il presidente emerito venne ricoverato per un intervento programmato all’addome allo Spallanzani di Roma. “Le sue condizioni sono compatibili con quelle di un paziente della sua età”, aveva spiegato subito dopo il chirurgo Giuseppe Maria Ettorre aggiungendo che il presidente “ha tempra e coraggio da vendere”.

Una carriera politica durata oltre mezzo secolo quella di Napolitano, nato a Napoli: papà Giovanni avvocato, poeta e saggista, mamma Carolina Bobbio, figlia di nobili partenopei di origine piemontese. È stato l’11º Presidente della Repubblica Italiana (il terzo napoletano dopo De Nicola e Leone) dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015 e il primo della storia italiana a essere stato eletto per un secondo mandato (20 aprile 2013) all’età di 88 anni, il più anziano al momento dell’elezione nella storia repubblicana. È stato anche il più anziano capo di Stato d’Europa, nonché terzo al mondo, preceduto solamente dal presidente della Repubblica dello Zimbabwe Robert Mugabe e da re Abd Allah dell’Arabia Saudita.

In precedenza era stato presidente della Camera nell’XI Legislatura (subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Quirinale) e ministro dell’interno nel governo Prodi I, nonché deputato dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e poi di nuovo dal 1999 al 2004, e senatore a vita dal 2005 (nominato da Carlo Azeglio Ciampi) fino alla sua elezione alla prima carica della Repubblica.

Venne soprannominato Re Giorgio (‘King George’) dal New York Times, appellativo che aprì la strada al dibattito se Napolitano sia stato troppo interventista o se, come altri capi di Stato, abbia esercitato con pienezza i poteri attribuitigli dalla Costituzione.

Come capo dello Stato ha conferito l’incarico a cinque presidenti del Consiglio dei ministri: Romano Prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico Letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-2016); cinque giudici della Corte costituzionale (Paolo Grossi nel 2009, Marta Cartabia nel 2011, Giuliano Amato nel 2013 e, infine, Daria de Pretis e Nicolò Zanon nel 2014); cinque senatori a vita (lo stesso Mario Monti il 9 novembre 2011, Renzo Piano, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo e Claudio Abbado il 30 agosto 2013).

Uomo “meticoloso” e “certosino“, così come lo descrive nel libro “Re Giorgio” Daniela Tagliafico, ex direttrice di Rai Quirinale, “quando era un giovane esponente del Partito comunista terrorizzava i giornalisti dell’Unità che dovevano trascrivere i suoi interventi al Comitato Centrale da pubblicare sul quotidiano. Pretendeva che glieli facessero leggere, con la punteggiatura corretta, prima di andare in stampa”.

Appassionato di cinema e teatro, Napolitano “un giorno declamò La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio come fosse un grande attore di teatro e tutta la classe, professori compresi, scoppiò in un applauso scrosciante. Aveva pure preso lezioni di dizione”, scrive Tagliafico che aggiunge altri dettagli: “Napolitano frequentava anche assiduamente il loggione del teatro Mercadante e si era lanciato nella regia della commedia Casa sull’acqua di Ugo Betti, con Patroni Griffi che faceva la scenografia. Era l’aprile del 1941, dunque piena guerra”. Da ragazzo scriveva articoli di critica cinematografica ed è rimasto un raffinato cinefilo. Nel 2014 alla Mostra del cinema di Venezia apprezzò il film di Alejandro González Iñárritu, Birdman. Francesco Rosi, Olmi, Scola, Visconti sono alcuni dei suoi registi preferiti.

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