Addio a Toto Cutugno, “Italiano vero” morto a 80 anni: la storia del brano celebre in tutto il mondo che Celentano rifiutò

Addio a Toto Cutugno, celebre cantautore italiano morto martedì 22 agosto all’età di 80 anni in seguito a una lunga malattia. Era ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. A dare la notizia all’agenzia ANSA è il suo manager Danilo Mancuso che spiega che, ”dopo una lunga malattia, il cantante si era aggravato negli ultimi mesi”  I funerali saranno celebrati giovedì 24 agosto alle ore 11 alla Basilica Parrocchia dei Santi Nereo e Achilleo in viale Argonne 56 a Milano.

Pseudonimo di Salvatore Cutugno, era nato a Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara il 7 luglio 1943 ma è cresciuto a La Spezia dove i genitori si trasferirono per lavoro. E’ stato un cantautore, compositore, paroliere e conduttore televisivo italiano. Ha partecipato a ben 15 edizioni del Festival di Sanremo vincendolo nel 1980 con “Solo noi“. Per sei volte si è classificato al secondo posto. Con oltre 100 milioni di copie vendute, è tra gli artisti musicali italiani di maggior successo. Ha raggiunto la vetta delle classifiche, sia come interprete dei propri brani, sia come produttore e autore di canzoni per altri, in particolare per Adriano Celentano, negli anni settanta e ottanta. Nel 1990 ha vinto l‘Eurovision Song Contest con il brano Insieme: 1992, secondo dei tre artisti italiani di sempre a riuscirci, dopo Gigliola Cinquetti nel 1964 e prima dei Måneskin nel 2021. È uno dei 5 artisti a detenere il record di partecipazioni al Festival di Sanremo (gli altri 4 sono Al Bano, Peppino di Capri, Milva e Anna Oxa).

L’ITALIANO – Esplose in tutto il mondo nel 1983 quando al Festival di Sanremo cantò “Lasciatemi cantare con la chitarra in mano…” la celebre frase del brano suo più famoso e internazionale “L’italiano”. Nonostante il quinto, la canzone vince la votazione popolare, Scritta insieme a Cristiano Minellono, il brano era stato inizialmente pensato per l’interpretazione di Adriano Celentano che rifiutò (“non lo canterò mai perché non ho bisogno di dire sono un italiano vero, la gente lo sa…). Fu Gianni Ravera, organizzatore del Festival di Sanremo, a convincerlo a interpretarla. L’italiano scala le classifiche europee (in Italia raggiunge la prima posizione e rimane nella Top 10 per settimane), viene poi inciso e tradotto da vari artisti in diverse lingue, vendendo milioni di dischi.

Iniziato alla musica dal papà, suonatore di tromba, Cutugno a nove anni suona il tamburo nella stessa banda di La Spezia in cui suona il padre. Il passaggio alla batteria, da autodidatta, avviene poco dopo. A tredici anni partecipa a un concorso regionale dove arriva terzo. Passa poi alla fisarmonica visto che non può permettersi un piano. Non ancora ventenne fonda un gruppo, Toto e i Tati, proponendo live i suoi brani. Il 1975 è l’anno del grande successo in Francia e l’anno successivo c’è il debutto al festival di Sanremo.

IL TUMORE ALLA PROSTATA –  Nel 2008 aveva lottato contro un cancro: “Non gliel’ho data vinta. Ho combattuto e sto meglio”, aveva dichiarato nel 2018.. Gli venne diagnosticato un grave tumore alla prostata, Cutugno riuscì a salvarsi soltanto grazie all’intervento chirurgico di un medico presentatogli dall’amico e collega Al Bano Carrisi: “Mi hanno portato al San Raffaele – ricordava Cutugno – Al Bano mi ha fatto conoscere il chirurgo che ha operato suo suocero e che mi ha salvato la vita. Io sono un miracolato. Mi godo la vita, perché è un dono di Dio e va vissuta al massimo”. Il tumore aveva coinvolto anche un rene; fu costretto a rimuoverlo, ma dopo l’operazione il cantante ritrovò una buona forma: “Anche se ogni mese devo andare a fare una visita, ora sto bene, l’unico problema che ho è che ai concerti non posso camminare tanto”.

Nel 2010, dopo un periodo difficile per motivi di salute , arriva a Sanremo con Belen Rodriguez, con la quale canta Aeroplani. Nel 2012 invitato da Fabio Fazio, esegue L’Italiano con il coro dell’Armata rossa. Il suo legame con il festival è talmente forte che nel 2005 per parteciparvi rinuncia all’Olympia di Parigi. Nel 2019 scoppia un caso Ucraina: un gruppo di deputati ucraini con una lettera chiese di precludere per presunte posizioni filorusse l’ingresso a Toto Cutugno che aveva un concerto a Kiev sold out da tempo. Lui replicò di essere “sorpreso e preoccupato”, dichiarandosi sempre distante dalla politica: “Io sono apolitico”. Nel 2021 è stato felice di passare il testimone ai Maneskin a Eurovision: fu lui infatti il vincitore del concorso europeo nel 1990.

Siamo ancora increduli, Toto“, le prime parole del Nuovo Imaie, a cui Cutugno era iscritto. “Poco più di un mese fa avevi tagliato il traguardo degli 80 anni. Tu, che hai scritto i testi delle canzoni italiane che tutti ricordano e amano cantare a tutte le latitudini del pianeta. Canzoni, che con la tua generosità hai regalato anche a colleghi come Adriano Celentano, Fausto Leali, I Ricchi e Poveri, Miguel Bosè, Johnny Halliday, Dalida e Luis Miguel (citarli tutti sarebbe un’impresa). Ti ricorderemo sempre e dentro di noi ti lasceremo cantare…con la chitarra in mano. Ciao Toto, si, il cielo ti attende. I tuoi colleghi e amici del Nuovo Imaie”.

La notizia della scomparsa è stata commentata anche da Carosello Records ed Edizioni Curci in una nota: “A poco più di un mese dal suo ottantesimo compleanno – si legge – ci lascia uno degli artisti italiani più famosi di sempre. Cantautore da oltre 100 milioni di copie, esponente della musica italiana più noto in tutto il mondo, cantautore che ha saputo portare la semplicità e la tradizione della canzone italiana anche all’estero, un artista dalla straordinaria carriera che continuerà a ispirarci e unirci”.