Domani i funerali
Addio Purgatori, il mondo del giornalismo alla camera ardente in Campidoglio: “Su Ustica anche noi gli dicevamo basta” ma lui era tenace. L’autopsia: “Grave danno ai polmoni ma aspettiamo esami”
Una grande folla commossa in perfetto e rispettoso silenzio. Tutto il mondo del giornalismo, dello spettacolo e della politica, ha presenziato oggi pomeriggio in Campidoglio per dare l’ultimo saluto ad Andrea Purgatori, scomparso per una malattia fulminante lo scorso 19 luglio in una clinica romana. La camera ardente è allestita nella Sala della Protomoteca, la bara è coperta con un copricassa di rose rosse e nebbiolina. Tra i volti noti ci sono il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulé, Miguel Gotor, Roberto Scarpinato, i colleghi giornalisti tra i quali il direttore di La7 Andrea Salerno, Enrico Mentana e Sigfrido Ranucci. Presente anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, della cui scomparsa Purgatori si è occupato fin dai primi momenti scrivendo articoli sulle varie piste degli inquirenti e prendendo parte alla serie Netflix ‘Vatican Girl‘ uscita a settembre 2022.
La proposta di intitolargli Sala stampa della Camera dei deputati
“Proporrò che una delle sale stampa della Camera dei deputati sia intitolata alla memoria di Andrea Purgatori, per ciò che ha significato per il giornalismo italiano”. Lo scrive sui suoi canali social, insieme a un ricordo del giornalista scomparso, Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, dopo aver lasciato la camera ardente in Campidoglio dove si è soffermato con i figli del giornalista.
Al Corriere anche noi giornalisti gli dicevamo: “Andrea basta”
“Andrea ha messo il gioco nella sua vita. E io ricordo solo divertimento, giochi, sorrisi, anche quando combatteva la sua battaglia per Ustica. L’ha combattuta anche contro il giornale”. Con queste parole Barbara Palombelli, sua collega negli anni al Corriere della Sera, ha ricordato Andrea Purgatori all’uscita dalla camera ardente in Campidoglio. “Ha combattuto contro tutti. Il muro di gomma eravamo anche noi che gli dicevamo ‘Andrea basta’. Ma lui ha tenuto ferma la barra. E poi si e’ reinventato mille volte. Ci manchera’ tantissimo, aveva ancora tanti da fare” ha aggiunto.
Pietro Orlandi: “Oggi ricordo l’amico che mi mancherà”
“Oggi ricordo soprattutto l’amico. Per me, infatti, era prima un amico e poi il giornalista che tutti conosciamo. Sul giornalista, i fatti parlano chiaro. L’amico è quello che mi mancherà sicuramente, io mi appoggiavo molto a lui e ci sentivamo spesso”. E’ il ricordo commosso di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, all’uscita della camera ardente allestita per Andrea Purgatori in Campidoglio. “Era un persona eccezionale, come lui ne ho conosciuti veramente pochi. Mancherà come amico e come giornalista, anche per l’aiuto che mi stava dando. Ci teneva tantissimo al caso Orlandi e avrebbe fatto il consulente per la commissione d’inchiesta – ha aggiunto, ricordando l’impegno del giornalista romano che al caso Orlandi aveva dedicato un ampio impegno, realizzando anche con Netflix la serie ‘Vatican girl’
Ranucci: “Purgatori: un gigante dell’informazione che ci mancherà”
Lo ha detto il conduttore del programma Rai Report, Sigfrido Ranucci, all’uscita della camera ardente allestita in Campidoglio per Andrea Purgatori. “Era uno dei pochi con cui condividevo alcune chiavi di lettura di alcuni avvenimenti storici, soprattutto sulla mafia, che non va letta come un fenomeno a se stante, ma dentro la società e nella sua collusione. Lui è stato straordinario perché ha raccontato fatti che erano ancora nel buio, come Ustica o il caso Orlandi. Senza di lui, non conosceremmo tante cose. Ho detto che prima o poi ci ritroveremo e che saranno ‘affari loro’ se ci riusciamo”. “Ha sempre svolto l’attività giornalistica sulla strada – ha aggiunto -, è sempre stato veramente sul marciapiede e mai si è elevato a quella elite giornalistica che guarda dall’alto al basso. Andrea è stato uno dei rarissimi esempi di giornalisti della carta stampata che ha saputo lavorare nel mondo televisivo, che non è facile. E poi aveva una grande memoria enciclopedica, poteva contare su quel culto della memoria della quale il giornalismo non puo’ fare a meno”.
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