Addio Reddito di cittadinanza “grillino”. Dal primo gennaio 2024 la misura di sostegno ai disoccupati, che nelle intenzioni dell’allora premier Giuseppe Conte doveva funzionare anche come strumento di politica attiva del lavoro, verrà smantellato.

Al suo posto il governo di Giorgia Meloni ha intenzione di puntare su tre nuove forme di sostegno alle famiglie povere e a quelli che sono stati ribattezzati “occupabili”. In una prima bozza del decreto Lavoro allo studio del governo, infatti, figurano la Garanzia per l’inclusione (Gil), la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal).

Garanzia per l’inclusione

Dal primo gennaio del prossimo anno le famiglie che hanno al proprio interno un minore, un over 60, un disabile o un invalido civile, potranno richiedere la Garanzia per l’inclusione. Per accedere al sostegno economico il componente che lo richiede dovrà essere residente in Italia da almeno cinque anni (di cui gli ultimi due continuativi), avere un Isee non superiore a 7.200 euro (col RdC era di 9.360 euro), mentre il reddito familiare annuo dovrà essere inferiore a seimila euro.

Non solo. Per restringere la platea e risparmiare miliardi, tre per la precisione, il richiedente non potrà possedere navi, barche, auto con cilindrata superiore a 1.600 c.c. e moto sopra i 250 c.c. Tra gli altri paletti figurano il valore della prima casa (massimo 150 mila euro di valore ai fini Imu) e della seconda abitazione (non oltre 30 mila euro di valore, sempre ai fini Imu); i depositi bancari non dovranno superare i 10 mila euro.

Quanto al valore economico del sussidio, che verrà caricato sulla Carta di inclusione, sarà di 500 euro mensili per un single, a cui vanno aggiunti 280 di ulteriore contributo per l’affitto. Per una famiglia formata da due adulti e due minori l’importo sarà invece pari a 850 euro al mensile, più i 280 euro di contributo affitto.

L’assegno sarà di 18 mesi, rinnovabile per altri dodici mesi dopo uno di stop. Il sussidio decade al rifiuto della prima offerta di lavoro, che non potrà essere inferiore a un mese (anche part-time.

Garanzia per l’attivazione lavorativa

Per chi ha tra i 18 e i 59 anni ed è in condizioni di povertà assoluta, ovvero con un Isee non superiore ai 6mila euro, e che non ha all’interno della propria famiglia un disabile, un minore, un over 60 o un invalido civile, arriva la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal).

La misura di sostegno ha una durata massima di 12 mesi e potrà essere richiesta a partire dal gennaio 2024. Quanto alle cifre, l’assegno sarà pari a 350 euro mensili, con ulteriori 175 euro se vi è un secondo componente familiare adulto. La Gal prevede inoltre l’obbligo di aderire a un percorso personalizzato di inserimento lavorativo.

Prestazione di accompagnamento al lavoro

Ultima misura prevista dall’esecutivo, la prestazione di accompagnamento al lavoro è pensata come una indennità ponte di 350 euro al mese per gli occupabili senza figli minori, disabili, over 60 e invalidi civili all’interno del proprio nucleo familiare.

Scatterà per chi non riceverà più il Reddito di cittadinanza, dopo sette mesi di fruizione nel 2023, avendo già sottoscritto il Patto per il lavoro ed essendo inserito in una misura di politica attiva. Il sostegno economico sarà valido per tre mesi, dal primo settembre al 31 dicembre 2023.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.