Il corpo delle donne è un campo di battaglia“. “Si è piegata agli stereotipi del mondo dello spettacolo“. Ma anche i vari “È troppo magra, sarà depressa“. Basta tendere l’orecchio per percepire in lontananza l’eco confusa della cavalleria pronta a commentare l’ultima foto di Adele, la cantante inglese che in occasione del suo 32esimo compleanno ha postato sul suo profilo Instagram una foto in cui appare sorridente e visibilmente dimagrita.

E allora eccoli, anzi eccoci, pronti a sciorinare il nostro commento, a prendere posizione sul tema, anche solo scrivendo a caratteri cubitali che la questione non ci tocca, che sono affari di Adele, che non commentiamo la foto. E, invece, lo stiamo facendo.

Ma, in fondo, è davvero così sbagliato?  Ci dobbiamo per forza vergognare un po’ se abbiamo inoltrato la foto incriminata nel gruppo Whatsapp delle nostre amiche chiedendoci come abbia fatto?  Googlare “dieta Adele“, nella speranza di apparire più in forma nei nostri cubicoli di plexiglass in spiaggia, ci rende forse meno “femministe”, “evolute” o “intellettuali”?

Se vedessimo una foto di John Goodman improvvisamente magro e atletico, per fare un esempio, saremmo forse meno curiosi? Probabilmente no. Ma ostentare indifferenza rispetto ad Adele ci mette al riparo dal cadere giù precipitosamente dall’Olimpo del politically correct, ci assicura l’adesione all’hashtag #mybodymychoice. Salvo poi restare imbrigliati nel pantano dell’ipocrisia.

E no, se te lo stai chiedendo, l’affaire Botteri, qui non c’entra nulla.