Quei caccia restano a terra. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato che “parlerà” con Volodymyr Zelensky delle sue richieste di ulteriori aiuti militari. “Parleremo”, ha risposto così alle domande dei giornalisti alla Casa Bianca sulle richieste del presidente ucraino di ricevere aerei da combattimento e missili a lungo raggio.

Lunedì Biden aveva detto che non invierà aerei da combattimento americani in Ucraina. “No”, la sua risposta secca a un giornalista che gli chiedeva se avrebbe fornito jet F16 a Kiev, come richiesto da Zelensky per sostenere il suo sforzo bellico contro la Russia. Il presidente Usa aveva già detto in più occasioni che gli aerei non sono sul tavolo, non vuole assolutamente che Kiev inizi a bombardare il territorio russo, trascinando in una guerra mondiale anche gli Usa.

Dopo molti dubbi, americani e tedeschi hanno accettato di consegnare alcuni dei loro carri armati all’esercito di Zelensky, dichiarandosi però fermi sulla decisione di non cedere aerei e missili a lungo raggio. “Non ci saranno consegne di jet da combattimento a Kiev”, aveva assicurato il cancelliere tedesco Olaf Scholz dopo l’annuncio dei Panzer all’Ucraina. Pure il ministro della Difesa, Boris Pistorius, ieri ha messo il punto sulla vicenda. Di diverso avviso invece il presidente francese Emmanuel Macron: “Nulla è escluso in linea di principio”, ha detto dando speranza alle nuove richieste del governo ucraino. Sui caccia traballa l’asse franco-tedesco. E non solo.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.