È diventato già un caso internazionale il disastro aereo avvenuto sabato sera nel nord della Grecia, vicino alla località di Paleochori e alla città di Kavala, dove un quadrimotore Antonov-12 decollato dalla città serba di Nis è precipitato schiantandosi al suolo, provocando la morte delle otto persone a bordo, tutti di nazionalità ucraina.

Il velivolo cargo della compagnia ucraina Meridian Air trasportava materiale militare destinato al ministero della Difesa del Bangladesh; avrebbe dovuto fare scalo ad Amman, in Giordania, per poi raggiungere Dacca.

L’amministratore delegato dell’azienda, Denys Bogdanovych, ha dichiarato a DW che “i dettagli sono in fase di chiarimento” e che il disastro sarebbe stato causato da un guasto tecnico. Complicate le operazioni di soccorso, a causa del carico pericoloso a bordo dell’aereo: due vigili del fuoco impegnati nello spegnimento del velivolo sono stati ricoverati per problemi respiratori dovuti a fumi tossici.

Secondo quanto ricostruito quando il pilota dell’Antonov-12 ha raggiunto la parte settentrionale dell’Egeo ha segnalato l’emergenza, chiedendo di poter compiere un atterraggio nel più vicino scalo. I controllori da terra hanno fornito due alternative, Salonicco o Kavala, col pilota che ha scelto il secondo scalo, senza mai riuscire a raggiungerlo.

Sui social sono quindi comparsi dei video girati da residenti della zona dell’incidente in cui si vede l’aereo in fiamme perdere quota, fino allo schianto al suolo con una grossa vampata alzarsi nel buio della notte.

Il fumo intenso e l’uso da parte dei vigili del fuoco di respiratori e il ricovero in ospedale di due uomini hanno alimentato l’ipotesi che l’Antonov-12 stesse trasportando sostanze pericolose. Ipotesi questa smentita da un portavoce del ministero della Difesa serbo, che ha precisato come a bordo del cargo ci fossero 11 tonnellate di materiale bellico destinato al Bangladesh.

Le misurazioni dell’aria al momento non hanno mostrato nulla, ma è stata comunque osservata instabilità sul campo”, ha spiegato invece ai giornalisti locali il tenente generale dei vigili del fuoco della Grecia settentrionale, Marios Apostolidis. “In altre parole, fumo e calore intensi, oltre a una sostanza bianca che non riconosciamo, quindi una squadra speciale delle forze armate deve informarci su cosa si tratta e se possiamo entrare in campo”.

Redazione

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