Il caso del francobollo per Foschi
Aeroporto di Malpensa intitolato a Berlusconi, l’errore di Salvini: doveva intestarlo all’ex presidente del Milan, non al politico
Ha suscitato un sacco di polemiche l’intestazione a Silvio Berlusconi dell’aeroporto di Malpensa. Persino la famiglia ha fatto sapere al ministro Matteo Salvini di non aver gradito. In verità, Salvini non pensava di rendere l’onore al Berlusconi politico, statista, sdoganatore della destra, protagonista, nel bene, come nel male, di trent’anni di storia italiana. Da grande tifoso del Milan, Salvini pensava al patron di uno squadrone che – preso dalla retrocessione – era stato portato a vincere ogni trofeo possibile e immaginabile che fosse nazionale o internazionale. Il ministro, però, non ha avuto il coraggio di ammettere questa sua debolezza sportiva ed ha preferito mettere la cosa in politica, anche per combinare uno scherzo da prete ad Antonio Tajani, che si è sentito insidiato nella primogenitura. Se alle prime polemiche di quanti continuano a odiare il Cav anche da morto, Salvini avesse chiarito subito che l’intestazione si riferiva al ri-fondatore del Milan, e non a quello di Forza Italia la vicenda sarebbe finita tranquillamente nel dimenticatoio delle cronache, con le scuse di chi aveva polemizzato.
Perché sono persuaso di questa versione dei fatti? Da settimane un ex parlamentare ed ex ministro di Modena, Carlo Giovanardi, si sforza di portare all’attenzione di un’opinione pubblica disattenta, un episodio molto discutibile che dovrebbe far insorgere quanti dalla nostra Fortezza Bastiani osservano il deserto da cui potrebbero arrivare i fascisti. Ai primi di giugno, insieme ad un francobollo rievocativo, dell’assassinio di Giacomo Matteotti, ne è stato stampato e diffuso un altro dedicato a un tale Italo Foschi che fu un violento squadrista romano, sodale e compiaciuto sostenitore di Amerigo Dumini, l’assassino appunto di Matteotti.
Italo Foschi – spiega Giovanardi – venne epurato in seguito dallo stesso fascismo al potere per il suo estremismo e si dedicò alla carriera prefettizia, che concluse nella Belluno occupata dai nazisti nell’autunno del 1944 come Prefetto della RSI, collaborando con le SS per inviare nei campi di sterminio tedeschi gli ebrei locali: processato e condannato nel dopoguerra se la cavò con un condono. Come è stato possibile che l’effige di questo personaggio sia stata immortalata su di un francobollo tuttora in circolazione, senza – conferma Giovanardi – chiedere neppure il parere della Consulta filatelica di cui è membro? Foschi è stato ricordato come fondatore della squadra di calcio della Roma, omettendo però di considerare la storia del personaggio che, secondo le linee guida ministeriali, per essere celebrato, dovrebbe “aver avuto un impatto eccezionalmente rilevante sul territorio e/o sulla comunità italiana”. Winston Churchill diceva degli italiani che giocano le partite di calcio come se fossero guerre e combattono le guerre come partite di calcio. Aspettiamo il francobollo che ritrae l’abbraccio tra Matteo ed Elly, a celebrazione di un nuovo inizio della sinistra su di un campo (largo) di calcio.
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