Il dibattito sul rilancio dell’economia
Aerospazio e Recovery Fund, così la Campania può ripartire
Partiamo dai dati forniti da Srm. Il settore aeronautico è tra quelli maggiormente colpiti dall’emergenza pandemica. Contrazione dei voli e dei traffici globali, solo nel periodo tra gennaio e aprile 2020, hanno determinato una riduzione del volume di voli dell’87,3% a livello globale, con conseguenze facilmente immaginabili sul settore dei trasporti e sulle compagnie aeree. E il tracollo dei trasporti ha trascinato, a cascata, quello della manifattura, in termini di investimenti, occupazione, ampiezza delle catene logistiche e di approvvigionamento, sia di materie prime che di semilavorati e componenti.
Il fallout ha colpito il settore nel Mezzogiorno, dove la produzione aeronautica rappresenta oltre il 4% del valore aggiunto manifatturiero (a fronte dell’1,6% del dato nazionale). Qui Campania e Puglia generano da sole, rispettivamente, il 58% e il 34% del valore aggiunto aeronautico del Sud. Più recente è la ricerca promossa dal Cluster Tecnologico dell’Aerospazio (Ctna), realizzata per analizzare più nel dettaglio l’impatto del Covid-19 sul settore aeronautico. Sul finire di questo anno, si conferma che il settore aerospaziale è uno tra i più colpiti dal Covid 19.
«Nei primi nove mesi dell’anno – riassume l’executive summary – le consegne dei nuovi prodotti a livello globale hanno registrato un fortissimo cali in tutti i segmenti e applicazioni e si è in sostanza dimezzata la domanda di servizi di manutenzione». Guardando al post-pandemia, la ricerca del cluster non lascia adito a facili ottimismi: «Le prospettive di ritorno ai livelli pre-pandemia – si legge nel documento – traguardano ormai il 2024-2025 e si stima che nel decennio si accumulerà una perdita di fatturato del 23% rispetto alle previsioni pre-Covid». Ma non a caso la ricerca si intitola a Resilienza e Trasformazione, una endiadi che rimarca quanto i due concetti siano congiunti, complementari l’uno all’altro.
È infatti prevedibile, oltre che auspicabile, che dalla crisi che attraversiamo emergerà un trend catalizzatore del percorso di innovazione del settore. Magari connesso al presupposto di rispondere alla sfida globale della de-carbonizzazione del traffico aereo, tema molto caro alle scelte europee che fanno leva su un Green New Deal e Next Generation Eu, oggi riferimenti miliari delle strategie europee volte alla ripartenza dell’economia continentale. C’è qui una partita cruciale da giocare e vincere per la manifattura italiana e per l’industria meridionale: l’opportunità di un brillante riposizionamento competitivo dell’industria aeronautica di casa nostra, ottenuto mediante massicci investimenti rivolti alla transizione energetica, vale a dire sulle tecnologie avanzate che rendono meno impattante il sistema di aviazione con velivoli, motori e sistemi verdi, oltre che in processi industriali digitalizzati.
È opinione diffusa che l’effetto della pandemia da Covid-19 sulle economie del mondo sia stato simile a quello di un conflitto globale. È possibile superarlo soltanto mediante un impegno collettivo che abbia le caratteristiche di una straordinaria rinascita delle nostre comunità. Il nostro Paese, nei prossimi anni, dovrà impiegare uno sforzo non diverso da quello profuso con la ricostruzione post-bellica, stavolta su scala dimensionale che non è più nazionale bensì europea.
Dobbiamo intanto convenire che le istituzioni comunitarie si sono mostrate attente e reattive come prima non mai, varando misure senza precedenti per rilanciare la crescita in Europa. Ora tocca all’Italia e al Sud fare la loro parte, puntando decisamente a orizzonti all’altezza delle attese e delle speranze della next generation.
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