Brian Chesky, in merito alla stretta decisa da New York sugli affitti brevi, ostenta una certa sicurezza: “Penso che il problema purtroppo non si risolverà presto”, ha dichiarato alla televisione statunitense CNBC. Nonostante la sola Manhattan annualmente sia visitata da più di 60 milioni di turisti e, prima nella pandemia, nel 2019, abbia raggiunto quota 65.2 milioni di visitatori, adesso rappresenta una percentuale molto piccola del business planetario prodotto dal colosso Airbnb.
In Europa molte città hanno provato a contrastare gli imperi degli affitti a scadenza con alterne fortune. New York sembra essere riuscita a mettere alla porta Airbnb diventando anche in Italia il modello da seguire per i sindaci afflitti dal caro affitti.
In Italia si litiga sugli affitti brevi e si tentano soluzioni alternative: in primis a Milano
Una legge che ha messo in allarme anche i proprietari al di qua dell’oceano. “Quello che va subito messo in chiaro – ha detto Marco Celani, presidente Aigab, associazione italiana gestori affitti brevi – è che il numero delle case che a New York City sono messe a reddito con gli affitti brevi è davvero irrisorio ed irrilevante. Ad agosto 2023, infatti, il portale Inside Airbnb ha mappato circa 43mila annunci online a New York City, di cui il 42% sono camere in condivisione e il 56% case intere. Rispetto al totale delle case esistenti nella Grande Mela (che sono circa 7,8milioni), stiamo quindi parlando di un’incidenza dello 0,5% del totale annunci e dello 0,1% di quelli frequentemente e abitualmente affittate. Si tratta di dati che dimostrano in maniera evidente che la decisione di limitare gli affitti brevi è ingiustificata e risponde alla necessità di accontentare interessi particolari e non risponde ad un allarme reale”.
Una norma stile newyorkese viene chiesta – ad esempio – da Beppe Sala, sindaco di Milano che con New York condivide il medesimo problema. Il sindaco, afflitto dagli affitti, dovendo dare una risposta agli studenti universitari che manifestano in tenda, la scorsa settimana senza mezzi termini ha detto che “Milano vorrebbe fare una cosa simile a quella di New York e cioè di lavorare sul numero di giornate e poi sul numero di appartamenti”.
La legge entrata in vigore a New York dal 5 settembre
Da martedì 5 settembre è entrata in vigore una legge comunale che, oltre a imporre la registrazione in un pubblico registro municipale, vincola la possibilità di locare in affitto breve solo gli appartamenti in cui i proprietari o gli affittuari risiedono in prima persona nell’alloggio e sono effettivamente presenti, con un massimo di due ospiti alla volta. A carico di Airbnb, Vrbo e Booking.com, giusto per citare le piattaforme principali, l’onere di assicurarsi che chi mette a disposizione la propria casa abbia ottenuto la necessaria autorizzazione, pena per gli host multe che possono raggiungere anche i 5mila dollari in caso di recidiva e per le piattaforme fino a 1.500 dollari per transazioni su affitti fuori norma.
La casa di Shrek in affitto su Airbnb
Dal 27 al 29 ottobre, tre fortunati viaggiatori potranno soggiornare gratuitamente nella casa di Shrek, tra i panorami fiabeschi delle Highlands scozzesi. Per dormire nella casa di Shrek è necessario prenotarsi (e sperare di essere estratti). Le prenotazioni aprono il 13 ottobre alle 19 al link airbnb.com/shrek, ma valgono per il solo alloggio: il viaggio per e dalla Scozia è a carico dei visitatori. Airbnb, per celebrare i bei ricordi d’infanzia che durano tutta la vita, farà una donazione alla HopScotch Children’s Party, che offre viaggi educativi ai bimbi scozzesi svantaggiati. Il soggiorno, gratuito e riservato a un massimo di tre persone, si svolgerà dal 27 al 29 ottobre.