“La città di Scicli sorge all’incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini…”. Con queste parole Elio Vittorini descrive Scicli nel suo libro “Le più belle città del mondo”. Ed è sempre a Scicli, una delle sedi della fortunata fiction “Il Commissario Montalbano”, che si incontra una piccola realtà del terzo settore che ha saputo fare un connubio perfetto tra valorizzazione del turismo e integrazione delle diverse abilità. La cooperativa Agire nasce nel 2012 e si occupa di inclusione sociale attraverso progetti che permettono a persone con disabilità di inserirsi in contesti lavorativi che diventano opportunità concreta di integrazione, crescita professionale, e valorizzazione delle bellezze del territorio.

Agire è una cooperativa sociale di tipo B, tra le sue fondatrici Liana Galesi che della cooperativa è stata anche presidente fino a poche settimane fa, per passare adesso il testimone al neo presidente Enrico Statello e alla vice presidente Alessandra Nifosí. Come racconta Liana, “la nascita di Agire si iscrive dentro un’esigenza: dare uno sbocco lavorativo a dei ragazzi con disabilità che spesso dopo l’iter di scolarizzazione ne sono privi. Volevamo dare la possibilità a giovani con disabilità di fare esperienza nel mondo del lavoro perché vedevamo in loro capacità e passione, ma come fare concretamente?”. Da questa domanda partono le prime esperienze di integrazione lavorativa della cooperativa, che iniziano impiegando ragazzi di varie età e disabili nella cura del decoro di qualche piccola struttura ricettiva. La svolta nel 2017, in quella che è stata una vera e propria sfida vincente. Partecipando ad un bando del comune di Scicli, la cooperativa si aggiudica la possibilità della gestione di alcuni dei siti culturali di maggior interesse nel territorio. Tra questi, l’edificio storico che ha ospitato il set cinematografico del Commissariato e della Questura della fiction “Il Commissario Montalbano”.

Ben dodici persone lavorano per tutto l’anno, accogliendo i turisti per far loro da guida in questi prestigiosi siti. In estate le unità lavorative arrivano anche a venti. Attraverso il loro operato, passione e professionalità, la parola inclusione assume un significato tangibile. Tanti, in questi anni, i turisti che quasi sorpresi dall’innovativo modello hanno mostrato apprezzamento verso l’esperienza. Potreste trovare a farvi da cicerone Enrico con la sua compagna di vita, una sedia a rotelle che lo segue dalla più tenera età. O Guglielmo e Francesca, con le loro difficoltà uditive. Tutti questi giovani accompagnatori hanno trovato in questa attività lavorativa un vero e proprio riscatto, un motivo concreto per alzarsi ogni giorno e sentirsi costruttori della crescita economica e sociale della propria città.

Attraverso la cooperativa Agire il turista che viene a visitare i luoghi di Montalbano non solo si arricchisce delle bellezze di una cittadina barocca tra le più splendide della Val di Noto, ma porta con sè l’esperienza di una vera inclusione sociale dove le diversità di ciascuno trovano piena dignità lavorativa abbattendo barriere mentali, architettoniche e comunicative. Del team di Agire fanno parte anche importanti figure professionali quali archeologi, ingegneri, linguisti e specialisti del settore turistico che fungono anche da formatori per chi si appresta a lavorare nel settore. Terminata la spiegazione del singolo sito, il turista torna a casa arricchito dalla bellezza dei luoghi e dal calore di guide straordinarie. L’esperienza che la cooperativa Agire porta avanti a Scicli sta diventando sempre più oggetto di studio anche per altre realtà turistiche che vogliono fare vivere una esperienza di turismo inclusivo e sostenibile. Recentemente, e in modo particolare nell’ultimo anno “post Covid”, la cooperativa è stata oggetto di interlocuzioni sia con i comuni vicini che con realtà più lontane che stanno studiando l’applicabilità del modello anche nelle loro città.

Richieste concrete di essere guidati alla creazione di questo percorso inclusivo sono giunte dalla vicina Ragusa per la gestione di un sito importante come il Castello di Donnafugata, o da realtà come Palermo e Matera con le quali ci sono collaborazioni aperte per cercare di rendere questa esperienza modello replicabile. Questa realtà ormai consolidata riconosce la centralità della comunità locale ospitante, che con saggezza ha saputo dare avvio ad un progetto in grado di operare una positiva interazione tra pubblica amministrazione e privato sociale. A Scicli, lo sviluppo turistico socialmente responsabile del territorio genera valore economico e sociale. Un modello interessante che potrebbe essere adatto a tante comunità del Belpaese ricche di storia, tradizioni, e persone che attendono soltanto di avere una opportunità.

Marianna Buscema

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