La donna fu vittima di minacce razziste
Agitu Gudeta trovata morta in casa, la rifugiata etiope simbolo di integrazione: si sospetta omicidio
È stata trovata riversa a terra, sul pavimento della camera da letto della sua casa di Frassilongo in Trentino, ormai senza vita. Sul corpo segni di violenza. Agitu Ideo Gudeta, era la pastora etiope di 42 anni che da tempo viveva in Trentino ed era diventata simbolo di integrazione.
Era diventata famosa come “la regina delle capre felici”. È stata trovata morta nella sua casa in valle dei Mocheni, dove aveva avviato un’azienda agricola. Ma il suo sogno è svanito nel nulla probabilmente sotto i colpi di un martello. Avrebbe compiuto 43 anni il giorno di capodanno. Il suo obiettivo era quello di salvare dall’estinzione (e anche dagli attacchi dell’orso) la capra mochena, una specie che sopravvive in una valle isolata della Provincia di Trento dove la donna aveva trovato casa.
A dare l’allarme ai carabinieri, sono stati alcuni vicini a loro volta chiamati da un uomo con il quale la vittima aveva un appuntamento nel pomeriggio, al quale non si era presentata.
Le lesioni trovate da un primo esame sul corpo della donna fanno ipotizzare un omicidio. Nessun segno di effrazione è invece stato trovato sulla porta. Due anni fa la 42enne aveva ricevuto minacce a sfondo razziale. “Mi insultano, mi chiamano brutta negra, dicono che me ne devo andare e che questo non è il mio posto” aveva denunciato ai carabinieri, raccontando anche pubblicamente la sua storia.
Agitu Gudeta era fuggita in Italia nel 2010 e aveva ottenuto lo status di rifugiata e dopo qualche anno era riuscita ad avviare la sua azienda agricola a Frassilongo. Nel 2017 aveva partecipato all’incontro “Donne anche noi”, raccontando la sua storia di migrante arrivata in Italia. Originaria della capitale Addis Abeba, era stata costretta a lasciate l’Etiopia perché a causa del suo impegno contro l’accaparramento delle terre da parte di alcune multinazionali era stata oggetto di minacce di morte.
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