E’ stato scoperto un nuovo raro ceppo del virus Hiv, responsabile dell’Aids. Per la prima volta dopo 19 anni è stato trovato il decimo ceppo del gruppo M, lo stesso che ha causato l’epidemia globale. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes (JAIDS) ad opera dei ricercatori americani della multinazionale farmaceutica Abbott in collaborazione con l’Università del Missouri, a Kansas City. Il nuovo sottotipo chiamato Hiv-1 gruppo M sottotipo L è il primo nuovo ceppo ad essere stato identificato da quando 2000 sono state date le linee guida per la classificazione dei sottogruppi. Secondo i dati Organizzazione mondiale della sanità, il raro ceppo del gruppo M del virus Hiv è responsabile del 90% dei 37,9 milioni di contagi attuali. Affinché gli scienziati possano definire un nuovo sottotipo è necessario che almeno tre casi indipendenti vengano individuati. I primi due casi sono stati trovati nella Repubblica Democratica del Congo nel 1983 e nel 1990. Il terzo nel 2000 come parte di uno studio volto a prevenire la trasmissione del virus da madre a figlio. Il campione, nonostante fosse simile agli altri due, era scarso e insoddisfacente. Per questo gli scienziati volevano testare l’intero genoma per essere sicuri. Così sono state sviluppato nuove tecniche per studiare e mappare questo caso.

I NUMERI – Da quando è scoppiata la pandemia sono oltre 70 milioni le persone nel mondo che hanno contratto l’infezione e circa 35 milioni sono morte. Attualmente le persone affette dal virus dell’Hiv sono circa 37 milioni, di cui 22 milioni sono in cura. Oggigiorno vengono diagnosticate circa 5.000 nuove infezioni da Hiv, di cui circa 500 tra i bambini e circa 4.400 tra gli adulti. In Italia, dall’inizio dell’epidemia nel 1982 fino a oggi, sono stati segnalati quasi 70.000 casi di Aids, di cui oltre 44.000 deceduti. I casi più numerosi di infezione sono attribuibili a trasmissione eterosessuale, seguiti da quella omosessuale.

LE DICHIARAZIONI – Su questa nuova variante del ceppo si è espresso Anthony Fauci, direttore dell’American Institute of Infectious Diseases, il quale ha espresso parole confortanti riguardo la sua pericolosità: “Sono molto poche le persone infette, si tratta di casi isolati. E gli attuali trattamenti per l’Hiv sono efficaci contro questo ceppo, dunque non c’è motivo di preoccuparsi. Questa scoperta permetterà una mappatura più completa della malattia”. Anche una delle autrici della ricerca, Carole McArthur, dell’Università del Missouri in una nota spiega che “questa scoperta ci ricorda come per porre fine alla pandemia si debba considerare questo virus in continua trasformazione ed utilizzare le più avanzate tecnologie e risorse per monitorare la sua evoluzione.” Infatti, una delle problematiche maggiori è quella che riguarda “la possibilità di diagnosticare questo nuovo ceppo”, ha dichiarato Mary Rodgers della Abbott, co-autrice della ricerca facendo luce sul fatto che “per riuscire a debellare la pandemia bisogna continuare a studiare questo virus che cambia continuamente, usando le tecnologie più innovative”.

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