Non c’è pace nemmeno per i morti. Il cimitero di Poggioreale si sta trasformando lentamente in uno scenario apocalittico dai contorni inquietanti. Bare che volteggiano nell’aria, muri che si sgretolano, corpi che non hanno un posto dignitoso dove riposare. E poi c’è il dolore dei vivi, di chi vede i propri cari sballottolati da un luogo all’altro mentre il Comune e la magistratura da gennaio non sono in grado di trovare alcuna soluzione se non stare a guardare mentre tutto crolla. Intanto, esplode la rabbia dei parenti dei defunti.

«Avevamo chiesto almeno un telo per coprire i nostri morti e non sappiamo nemmeno cosa saranno i grado di recuperare dopo mesi di intemperie» dicono alcuni familiari accorsi sul luogo del crollo ieri mattina. Il crollo di ieri avvenuto intorno alle 14 ha interessato una facciata della Congrega della Resurrezione, con i loculi marmorei. Il cedimento si verifica all’altezza del cancello Balestrieri, a poca distanza dall’ingresso del forno crematorio di via Santa Maria del Pianto. Il cedimento interessa un edificio di tre piani che si trova in una zona diametralmente opposta a quelle dove a gennaio scorso crollarono le cappelle di San Gioacchino e dei Dottori bianchi. Segno che l’incuria regna in tutto il cimitero.

«Questo cimitero non l’ha fatto cadere la guerra, non l’ha fatto cadere il terremoto, è arrivata la metropolitana e sta facendo crollare tutto – racconta una donna che ha parenti nella cappella crollata lo scorso gennaio – avevamo chiesto almeno un telo per coprire i nostri morti e non sappiamo nemmeno cosa saranno in grado di recuperare dopo mesi di intemperie». E ancora: «Io qui ho mia moglie, i miei genitori e i parenti di mia moglie. L’unica fortuna che ho avuto è che i miei cari non sono precipitati giù. Guardando da qua ho l’impressione che si siano salvati e non siano tra le bare sospese in aria. Però bisogna sempre sperare che la parete regga altrimenti vanno giù anche loro. Non chiedo niente di particolare, vorrei solo avere la certezza che non ci vogliano 9 mesi per ricominciare a vedere i miei cari» le fa eco un uomo sulla sessantina.

Ieri mattina c’è stato un tavolo in Prefettura per cercare di trovare una quadra e soprattutto di farlo in fretta. “Abbiamo voluto un tavolo tecnico con il Prefetto di Napoli alla presenza del sindaco e con vigili del fuoco e Asl. Da qualche minuto abbiamo completato il sopralluogo per valutare le cappelle adiacenti e forse allargheremo l’area attualmente interdetta. Nei prossimi giorni faremo la valutazione anche delle cappelle più distanti”. Così l’assessore con delega ai Cimiteri del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada, dopo il crollo di ieri a Poggioreale nella zona nota come degli Illustri. «È probabile che allargheremo i limiti dell’area che abbiamo già interdetto l’altro ieri – fa sapere l’assessore – La situazione è diversa rispetto a quella del primo crollo perché sembra che in questo caso non ci sia alcuna correlazione con i lavori della metropolitana. Vorremmo riaprire a breve, molto prima della ricorrenza dei defunti, ma dobbiamo farlo in sicurezza».

Il Comune di Napoli dopo il crollo del 6 gennaio aveva chiesto alla Procura il dissequestro dell’area per poter iniziare i lavori e rimettere in sicurezza le congreghe permettendo così ai parenti di poter tornare a pregare sulle bare dei propri cari. “No” rispose la Procura, l’area interessata dal crollo rimarrà sigillata. Nel frattempo, la stessa Procura aveva aperto una inchiesta con circa 20 indagati tra tecnici e dirigenti della società di costruzione della metropolitana. Mentre si discute, si convocano tavoli, i mesi passano e tutto sembra sbriciolarsi, anche la certezza di trovare un po’ di pace una volta morti.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.