La sezione “Concorso” comprende quest'anno 23 lungometraggi
Al Festival di Venezia arriva il nuovo cinema: grande attesa e sorprese
Una selezione ufficiale di qualità e plurale, con tematiche riguardanti diversi nodi centrali dell’esistenza umana contemporanea.

Anche quest’anno la Mostra del Cinema di Venezia presenta una selezione ufficiale di qualità, comprendente una settantina di lungometraggi del tutto inediti, oltre al consueto programma di grandi capolavori “classici” del passato. Grazie all’impegno e alle relazioni di Alberto Barbera, Direttore Artistico della Mostra, in carica dal 2012, sono stati confermati i 13 lungometraggi di produzione statunitense, di noti registi quali ad esempio Woody Allen, Michael Mann, David Fincher e Sofia Coppola, già opzionati e selezionati. Mentre è stato ritirato, essendone posticipata la uscita, solo Challengers, il nuovo film americano del siciliano Luca Guadagnino, già designato quale film di apertura del Festival. Una proposta di cinema plurale, con tematiche riguardanti diversi nodi centrali dell’esistenza umana contemporanea.
La sezione “Concorso” comprende 23 lungometraggi, 15 dei quali di autori presenti per la prima volta nella competizione ufficiale della Mostra. Ben 6 sono opere italiane. Il film di apertura, Comandante, del napoletano Edoardo De Angelis, è dedicato a un atto di solidarietà umana compiuto dal comandante di un sottomarino (Pierfrancesco Favino), nel 1940. Enea opera seconda di Pietro Castellitto, figlio dal versatile Sergio, racconta un’avventurosa amicizia virile. Lubo di Giorgio Diritti, ambientato in Svizzera, narra la vicenda di un artista di strada nomade, arruolato militare nel 1939, a cui le autorità sottraggono i tre figli più piccoli per rieducarli. Adagio, di Stefano Sollima, è un dramma – thriller in cui un sedicenne romano, vittima di un ricatto, chiede la protezione di due ex criminali della Banda della Magliana. Io Capitano, di Matteo Garrone, racconta il viaggio drammatico di due giovani africani che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa, sognando di diventare rapper famosi.
Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, ambientato nel 1953, rievoca splendori e miserie dei primi studios di Cinecittà, la “Hollywood sul Tevere”. 5 film, riconducibili al cinema indie, provengono dagli USA. Maestro, opera seconda diretta e interpretata da Bradley Cooper, è un biopic dedicato al famoso direttore d’orchestra Leonard Bernstein. Priscilla, di Sofia Coppola, figlia di Francis Ford Coppola e attiva da oltre un ventennio, adatta “Elvis and me” (1985), l’autobiografia della moglie di Elvis Presley. Origin, di Ava DuVernay, indaga le origini del razzismo contro gli afroamericani, narrando la vita e l’opera della scrittrice Isabel Wilkerson, vincitrice del Premio Pulitzer. The Killer, di David Fincher, con Michael Fassbender e Tilda Swinton, propone il ritratto di un sicario, solitario, freddo e meticoloso, che, poco a poco, matura una coscienza di sé. Ferrari, di Michael Mann, ambientato nel 1957, narra un’epoca di crisi della celebre casa automobilistica, dopo dieci anni dalla fondazione, e il rilancio attraverso la partecipazione alla corsa “Millemiglia”.
I film di importanti autori francesi sono 3. DogMan, di Luc Besson; La Bête, di Bertrand Bonello; Hors-saison di Stéphane Brizé. Meritano una citazione anche Bastarden (The Promised Land), del danese Nikolaj Arcel; Memory, del messicano Michel Franco; El Conde, del cileno Pablo Larraín. E poi vi è l’unico film asiatico in competizione, il probabile nuovo capolavoro del giapponese Ryusuke Hamaguchi, che eccelle nel decifrare l’anima dei personaggi: Evil does not Exist. Infine una doverosa citazione alla corposa sezione “Fuori Concorso”, che comprende 14 feature film e 6 documentari, con la presenza di opere di attempati maestri e di promettenti registi quarantenni e cinquantenni fra cui Coup de Chance, The Caine Mutiny Court-Martial e The Palace.
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