Il wokismo
Al Festival Mimesis la deriva ideologica del movimento woke: l’analisi in “Secondo natura”, il libro di Stefano Davide Bettera
Al via questo venerdì l’undicesima edizione del Festival Mimesis che, per due weekend, a Udine, vedrà alternarsi decine di ospiti italiani e internazionali in incontri e dibattiti legati dal filo rosso del rapporto tra filosofia e trasformazione digitale, con uno sguardo a trecentosessanta gradi sui temi più caldi del dibattito culturale e politico del momento. Nella serata di sabato, il festival ospiterà anche la conversazione tra Marcello Veneziani e Stefano Davide Bettera che presenta il suo ultimo libro “Secondo natura. Critica dell’ideologia liberal progressista”, fresco di stampa per Solferino.
I temi sono quelli del complesso dibattito che investe non solo l’opinione pubblica ma che divide anche la politica e su cui si concentra anche la kermesse udinese, sulla deriva ideologica del movimento woke e la crisi dell’Occidente. Il punto su cui si concentra e da cui parte l’analisi del libro è l’evidenza che oggi siamo testimoni dell’affermarsi di una nuova ideologia totalitaria: il wokismo o liberal progressismo. Un’ideologia intransigente il cui carattere intollerante è la negazione e, anzi, l’antagonista di un autentico spirito di libertà e di convivenza civile. Non è liberale perché fondata prevalentemente su uno spirito rivendicativo di matrice massimalista. Né si può definire realmente progressista poiché il progresso che reclama interessa solo categorie specifiche di individui e non la società nel suo complesso. Con buona pace dei diritti sociali e delle idee di giustizia ed equità che rappresentano, al contrario, il cuore di una società aperta, democratica e liberale.
A partire da questa analisi, “Secondo natura” compie un passo in più e suggerisce che il liberal progressismo ha anche superato i confini stessi dell’ideologia e si presenta come un vero culto religioso. Con il suo neo-linguaggio da iniziati che impone una neutralità asettica e de-personificante alle parole che inibisce ogni dialogo e relazione, e il suo pensiero magico, attraverso un surreale e feroce normativismo moralistico e punitivo, punta a plasmare la società per trasformarla in un mondo post-umano dove ogni riferimento al reale, compreso il corpo, si trasforma in opinione. Di fronte a questa aggressione al buon senso e alla logica, diventa urgente tornare alla natura delle cose e assumersi la responsabilità di tutelare la nostra libertà di espressione, il rispetto dell’etica e della giustizia, la sacralità delle relazioni e la comunità.
L’approccio radicalmente ideologico alla crisi dell’Occidente e delle religioni, al cambiamento climatico, alle trasformazioni sociali, conseguenza di uno sviluppo tecnologico e scientifico senza freni, a temi complessi come il fine vita o l’identità di genere ci porta a conservare ciò che amiamo con maggiore urgenza. Lungi dall’essere una battaglia di retroguardia e reazionaria questa è, al contrario, una sincera battaglia di libertà e un impegno fondamentale per restituire ancora un senso al vivere, e per trasmettere una sincera idea di libertà a chi verrà.
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