Sei Punte
Il confronto
Al filibustiere Trump non interessa di Israele e degli ebrei, ma la noncuranza democratica di Biden lo fa sembrare affidabile
Il rapporto di Donald Trump con lo Stato ebraico e con il conflitto arabo-israeliano non è diverso rispetto a quello che il tycoon della fuffa bancarottiera, dello spionaggio sedizioso e delle femmine da afferrare per i genitali intrattiene con qualsiasi “issue” capiti sotto il suo naso simultaneamente grossolano e furbastro. Non gli interessa nulla della sorte di Israele né tantomeno di quella degli ebrei nel mondo, a cominciare dalla numerosa comunità statunitense. Eppure agli occhi di molti Donald Trump risulta in qualche modo affidabile perché appone una toppa di risolutezza su un discorso pubblico completamente sbrindellato per responsabilità gravissima della controparte, il milieu democratico che ha assistito impassibile alla proliferazione della fungaia filoterrorista che caccia gli ebrei dalle università e rimane zitto davanti ai biascicamenti di Joe Biden sulle armi americane da consegnare a Israele.
Il modesto colpo basso di Trump che invita gli ebrei a preferirlo all’avversario perché con quello – con Biden – tradirebbero le proprie origini e pregiudicherebbero il proprio futuro, in un’altra temperie avrebbe rappresentato la fanfaronata strumentale incapace di spostare anche solo un pugno di voti. Ma nel clima che spinge tre magnifiche signore a sostenere che l’inno al genocidio degli ebrei non è condannabile in assoluto, ma a seconda del contesto, più d’uno ha pensato che dopotutto le rozzezze e l’inaffidabilità democratica di Trump non bastano a dargli torto quando è plateale la firma della noncuranza democratica sotto alle svastiche disegnate sulle vetrine dei negozi di New York.
Si potrà osservare che è un bel dramma per tutti, e per Israele in primo luogo, se una specie di filibustiere riesce ad accreditarsi presso alcuni come un presidio poco presentabile – ma meno malfermo – a difesa dell’avamposto democratico di cui parlava Martin Luther King, il paese la cui esistenza non è più messa a rischio da qualche vagheggiamento fondamentalista e nazistoide, ma da aperti proclami di annientamento rivendicati in faccia a mezzo mondo acquiescente. Che l’affermazione di Donald Trump passi anche da qui, dalle manchevolezze, dai cedimenti e dall’irresoluzione del fronte democratico che si “obbliga” a difendere Israele facendo le viste di non crederci troppo, e lasciando correre il clima da Kristallnacht che assedia gli ebrei anche lì, negli Stati Uniti, dove dovrebbero sentirsi più sicuri, è l’ultima assurdità di un sistema in cui l’assurdo è diventato routinario.
© Riproduzione riservata