Un solo capo politico, e che risponda al nome di Giuseppe Conte. L’ex avvocato del popolo è ancora l’idolo degli elettori del Movimento 5 Stelle, che al 72% preferirebbero che il partito venisse guidato dal premier del doppio governo gialloverde prima e giallorosso poi. È quanto emerge da un sondaggio Demos&Pi e Demetra commissionato dal quotidiano La Repubblica.

Secondo l’indagine tra i grillini il 60% preferirebbe che le sorti del Movimento vengano messe in mano a “un nuovo leader o capo politico”, in contrasto con quanto stabilito dall’ultima votazione sul tema avuta sulla piattaforma Rousseau, che ha sancito l’istituzione di un “direttorio a 5” per sostituire l’uomo solo al comando. “Solo” il 37% degli intervistati concorda con quanto deciso lo scorso 17 febbraio.

Dietro Giuseppe Conte, l’abisso. Tra gli altri esponenti di spicco, al secondo posto c’è l’ex capo politico e attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che però raccoglie soltanto il 6% delle preferenze come nuovo volto alla guida di M5S. Seguono col 3% del gradimento Alessandro Di Battista, che però si è dissociato dal Movimento da quando quest’ultimo ha deciso di entrare nella maggioranza a sostegno di Mario Draghi, il garante Beppe Grillo e l’attuale capo politico Vito Crimi, che sta traghettando il partito verso il nuovo consultorio.

L’indagine ha poi chiesto agli elettori di M5s e Pd come vedrebbero una eventuale coalizione sistematica tra le due forze. Il 34% dei grillini e il 40% dei dem pensa che i partiti dovrebbero presentarsi alle elezioni coalizzati, la soluzione “continuare ad essere alleati senza formare una coalizione” piace al 39% dei “gialli” e al 30% dei “rossi”.

A precisa domanda, il 23% degli elettori del Movimento 5 stelle ha dichiarato di ritenersi “di sinistra”, mentre il 27% si è detto “di centrosinistra”. La maggioranza però, al 29%, ha affermato di non essere “né di destra né di sinistra”, mentre solo il 5% si ritiene vicino alla destra.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.