La nuova veste del giornale
Al Riformista di Renzi arriva Ruggieri, dal 3 maggio in edicola
Il Riformista prepara la nuova veste per le nuove sfide. Nato per rompere l’ingessatura della politica venti anni fa, nel 2003, e riportato in edicola nel 2019 da Romeo Editore con Piero Sansonetti al timone, il quotidiano arancione non smette di sorprendere. Da maggio sarà in edicola con una squadra rinnovata, guidata da Matteo Renzi come direttore editoriale e Andrea Ruggieri – giornalista ed ex deputato di Forza Italia – quale direttore responsabile.
Dall’editore, Alfredo Romeo, l’annuncio ufficiale: “Sarà Andrea Ruggieri il direttore responsabile del Riformista. Lavorerà insieme a Matteo Renzi per rendere il Riformista sempre di più il giornale punto di riferimento per tutti i riformisti. A Renzi e a Ruggieri ho chiesto di fare un quotidiano aperto, capace di informare e creare dibattito, e aiutare l’Italia ad uscire dall’attuale immobilismo, che ingabbia la sua fantasia e il suo sviluppo, e di entrare in una stagione di riforme che producano ricchezze, benessere ed equità sociale”. Il leader di Italia Viva pregusta l’avventura della nuova partita: “Proveremo dal 3 maggio con Il Riformista a lanciare un sasso nello stagno e far riflettere aprendo la finestra e facendo entrare aria fresca. Sono lieto di annunciare che il direttore responsabile che mi affiancherà in questa avventura sarà Andrea Ruggieri, giornalista professionista, già impegnato in Parlamento con Forza Italia nella scorsa legislatura. Con Andrea stiamo costruendo una bella squadra redazionale e condividendo molte idee affascinanti. Ne parleremo presto”, ha annunciato Renzi sulla sua enews.
E presto davvero: mancano due settimane al debutto di una testata sempre capace di stupire. La nuova direzione del Riformista guarda con attenzione alla politica ma non rappresenta – come ha precisato Renzi nella conferenza stampa di lancio – un giornale di partito. Parlerà semmai alla più vasta area dei riformisti, liberaldemocratici, garantisti ovunque essi si siano elettoralmente collocati (e in gran numero, c’è da scommetterci, nel non voto): il compito che si dà è quello di stimolare un dibattito trasversale e aperto tra idee diverse, una contaminazione virtuosa capace di costruire una agorà di notizie e opinioni che esce tutti i giorni. O quasi: cinque su sette.
Si prepara a sparigliare le carte, Andrea Ruggieri. “Qualcuno si chiederà come si concili la mia storia politica con questa iniziativa consumata mano nella mano con Matteo Renzi che, non è un mistero, considero un ragazzo di talento di cui la politica e la nazione hanno bisogno. Si coniuga grazie al professionismo. Ho sempre detto – spiega Ruggieri – che se mi avessero imposto una pausa dalla politica sarei tornato al mio lavoro: quello del comunicatore e del giornalismo. E io mantengo sempre le mie promesse: nella vita, in politica, e nella professione, appunto. Ma sono e resto fieramente un liberale, e un Berlusconi boy. Anzi, al Presidente, che per me è stato come un padre, mandiamo un grande abbraccio: contiamo di rivederlo prestissimo. Magari per la sua prima intervista, non appena avrà battuto per l’ennesima volta una difficoltà che ha preoccupato tutti noi”.
La novità del nuovo Riformista arriva in un momento tumultuoso per il Terzo polo. Qualcuno ne fa il pretesto per dare fuoco alle polveri. Lo stesso Renzi è interdetto: “Abbiamo vissuto un litigio tanto assurdo quanto inspiegabile in casa Terzo polo per cui non ci possiamo permettere di criticare gli altri. Io come sapete ho fatto un passo di lato per aiutare il Terzo polo a nascere in modo democratico, dal basso”, ha scritto il leader di Italia Viva sulla sua enews. “Continuo a non rispondere alle polemiche e alle provocazioni e proseguo nella mia fase zen: ci vedremo a Napoli il prossimo 10 giugno all’assemblea nazionale di Italia Viva per approvare la costituzione del percorso verso il partito unitario. Fino a quel momento si lavora sottotraccia per costruire una alternativa credibile al sovranismo e al populismo. Non faccio polemiche, non rispondo alle polemiche, non capisco le altrui polemiche. Però faccio politica e mi piace continuare a farla con il sorriso sulle labbra”.
Da Italia Viva si contesta la ricostruzione offerta coram populo da Carlo Calenda, che in un tweet pubblica un documento sul percorso congressuale che sarebbe rimasto, lamenta, “senza risposta da parte di Matteo Renzi. È falso, Renzi ha risposto e Italia Viva ha integrato e chiesto delle modifiche”, dicono dagli organismi di Iv. Fuori dai denti, il timore di Calenda è di trovarsi davanti a un congresso in cui – come si dice a Roma – entra Papa ed esce Cardinale. La candidatura del renziano Luigi Marattin è sul piatto. Forse qualcuno la ritiene insidiosa, o inopportuna. Raffaella Paita, capogruppo Azione-Iv a Palazzo Madama, prova a fare la sintesi: “Penso che il leader sarà Carlo Calenda ma il congresso comporta di per sé il fatto che ci possano essere più candidature, è la parola stessa a definirlo, ma non credo che questo sia un problema per Calenda”.
Alle 18.30 si è riunito nella sede di Azione il Comitato Politico del Terzo polo da cui – dopo una prima ora interlocutoria – sarebbe uscita una fumata bianca: “Il documento di Calenda è votabile”, fa sapere Maria Elena Boschi. La tensione con Matteo Richetti si allenta. Luigi Marattin e Davide Faraone sono fiduciosi. Raffaella Paita mette d’accordo le parti. Calenda affida il ramoscello d’ulivo all’ultimo tweet: “Pace e bene”. Il partito unitario va avanti. La casa comune regge, incassate le scosse di assestamento.
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