Alessandra Moretti è stata eletta nel gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, dove è stata eletta nel Pd con 82mila preferenze. Da sempre vicina ai riformisti del Pd, ha pubblicato in aprile (con Baldini+Castoldi) il libro autobiografico ‘La vita rivoluzionaria di una donna comune’. A Bruxelles è vice capodelegazione del Pd.
Come valuta la nomina di Fitto e le sue deleghe?
«Il ruolo dell’Italia appare molto ridimensionato rispetto alla scorsa legislatura. L’ex ministro Fitto ha una vicepresidenza piuttosto debole. La delega riguarda prevalentemente le politiche di coesione che sono importanti e che interessano anche le nostre regioni. Inoltre, se dobbiamo giudicarlo sulla base dei risultati ottenuti sul Pnrr non possiamo certo dirci soddisfatti: l’Italia è rimasta indietro rispetto alla media dei paesi europei e deve centrare ancora il 62 per cento degli obiettivi target…» .
Ha pesato il voto contrario di Meloni e ECR a Von der Leyen?
«Certamente ha pesato l’atteggiamento di Giorgia Meloni e il suo voto contrario a Ursula von der Leyen. Quindi ancora una volta la Presidente del consiglio rema contro il suo Paese che perde competenze strategiche e ottiene un portafoglio debole, tipico di un paese in ritardo su sviluppo e competitività».
Vuole dire che le deleghe economiche di Gentiloni avevano un peso maggiore?
«Il Commissario Gentiloni aveva una delle deleghe più importanti ed influenti nell’agenda degli obiettivi europei. Non paragonabile con le deleghe odierne di Fitto: quello che gli hanno dato è comunque un portafoglio debole soprattutto rispetto alle deleghe pesanti date a Francia e Spagna».
Come voterete adesso? Il gruppo S&D conferma il sostegno generale a Ursula von der Leyen?
«Non abbiamo pregiudizi ma vogliamo attendere le audizioni e capire come risponderanno i candidati a commissario».
Quale sarà l’atteggiamento dei democratici italiani nelle audizioni?
«Abbiamo sempre dimostrato serietà e responsabilità votando in favore del nostro paese anche quando il gruppo dei conservatori di Meloni e Fitto votava contro Next Gen Eu. Noi ci impegneremo per garantire che vengano rispettati e applicati i valori europei: sarà quello il nostro faro».
Il campo largo mostra i suoi limiti in Europa: M5S e AVS sono oppositori irriducibili di Ursula…
«Non mi stupisce. Del resto, la stessa frammentarietà sta nel campo avverso: Meloni, Tajani e Salvini appartengono a tre gruppi politici diversi, con posizioni spesso opposte. Vale la capacità di fare sintesi e restare insieme, anche se con posizioni distanti».
Quali temi più urgenti vede nell’agenda di questa Commissione?
«Per noi è fondamentale rafforzare l’Europa sociale con un impegno sul diritto al lavoro e alla casa; – impegnarci per un debito comune per garantire la transizione ecologica e raggiungere gli obiettivi della neutralità climatica; – riformare i trattati abolendo il veto e l’unanimità. Trovo molto grave che non ci sia un commissario per la parità di genere, un vuoto incomprensibile».
Quale sarà l’attività che la caratterizzerà in questa fase di avvio dei lavori dell’Europarlamento?
«Continuerò a battermi per l’ambiente e il diritto alla salute rafforzando i sistemi sanitari nazionali; mi occuperò di politica estera lavorando per raggiungere una pace giusta in Ucraina e la cessazione delle operazion contro i palestinesi da parte di Netanyahu arrivando alla creazione di due Stati per due popoli. Continuerò nella lotta per l’uguaglianza di genere e per la parità lavorativa, professionale e salariale».
E invece, per quel che sa e che auspica, cosa farà adesso Gentiloni, tornando in Italia?
«Paolo Gentiloni è una figura di riferimento per tutta la Comunità democratica e mi auguro possa contribuire alla vita politica e culturale del nostro partito».