Il prossimo autunno sarà tempo di elezioni presidenziali nel Nord Africa che si affaccia sul Mediterraneo. Ad aprire le danze sarà il 7 settembre l’Algeria che vedrà correre per un secondo mandato l’attuale presidente Abdelmajid Tebboune, mentre soltanto un mese più tardi i tunisini dovranno scegliere il proprio presidente. Kais  Sayed il 19 luglio ha sciolto le riserve sulla sua corsa elettorale alla ricerca di un nuovo mandato aprendo ufficialmente la campagna elettorale tunisina. In questo 2024, il più grande anno elettorale di sempre con oltre 4 miliardi di cittadini al voto, anche i due paesi arabi, porta di accesso del continente africano al Mediterraneo centrale vedranno i loro cittadini recarsi alle urne.

Algeria al voto, i rivali di Tebboune

In Algeria dopo la netta vittoria di Tebboune nel 2019 ci sono stati diversi movimenti di protesta, soprattutto provenienti dalla società civile, che hanno tentato di organizzare una qualche forma di opposizione, ma con un successo molto limitato vista il fortissimo controllo del governo algerino sulle azioni della popolazione locale. A correre contro l’attuale uomo forte di Algeri saranno comunque quattro candidati, Chaabi Salem un indipendente, Abdeli Hassani del Movimento per la Pace nella Società vicino al partito islamista, Tarek Zaghdoud, segretario generale del Rassemblement algerien e Youcef Aouchiche del Fronte delle Forze Socialiste che dovrebbe avere l’appoggio della sinistra.

Tutti uomini poco noti al popolo algerino e che non sembrano poter minimamente impensierire la rielezione dell’attuale presidente Tebboune. L’Algeria resta uno stato fondamentale sia per le enormi riserve di gas che per la posizione strategica nei Mediterraneo ed il suo possibile avvicinamento al gruppo dei Brics potrebbe indebolire ancora di più la posizione europea, anche a causa dei fortissimi rapporti che legano l’Algeria a Mosca, in un continente africano dove il peso di Russia, Cina, Turchia e paesi del Golfo cresce ogni giorno.

Tunisia al voto, Saied tra Ue e Brics

A Tunisi è ancora presto per capire chi correrà contro Kais Saied che nel 2019 vinse a sorpresa come candidato indipendente e campione dell’antipolitica. Giurista e professore universitario, Kais Saied dopo un buon risultato al primo turno, al ballottaggio travolse il suo avversario Nabil Karomi, accusato anche di corruzione. Oggi Saied governa in prima persona  la Tunisia e conosce bene l’importanza del suo paese nello scacchiere mediterraneo. L’attuale presidente nonostante le tante critiche ricevute soprattutto dall’estero ha ancora un forte seguito elettorale che lo appoggerà alle elezioni di ottobre. Anche Tunisi ha guardato all’alleanza dei Brics con un certo interesse , ma la sua posizione resta ancora vicina al continente europeo. Il governo italiano e l’Europa stanno infatti cercando  da tempo di lavorare concretamente con Algeria e soprattutto Tunisia e per questo motivo queste elezioni diventano ancora più importanti per la stabilità di due paesi chiave nel teatro nel Mar Mediterraneo,  ponte fra Africa ed Europa.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi