Quando pensiamo al mondo delle emissioni, e riflettiamo sul raggiungimento dei goal, degli obbiettivi di limitamento delle emissioni per rallentare il tasso di riscaldamento globale non riflettiamo, o molto probabilmente tralasciamo a livello logico nel ragionamento il come queste emissioni vengono tracciate o si prova a monitorarle. In questo articolo proveremo a delineare una breve descrizione di un metodo di rilevamento utilizzato in questo campo.
Nel costante sforzo di monitorare e mitigare il cambiamento climatico, i ricercatori stanno affinando sempre di più i loro strumenti per rilevare le emissioni di gas serra, tra cui il potente ma spesso sottovalutato metano. Una delle tecnologie più rivoluzionarie in questa impresa è l’uso di satelliti per monitorare le emissioni di metano da fonti terrestri ed offshore. Ma come funziona questa tecnologia?

Il Metano e il Suo Impatto Ambientale
Il metano (CH4) come abbiamo già trattato nell’articolo “Il magico mondo delle emissioni: quali sono i gas che influiscono sul riscaldamento globale”è un gas serra molto più potente della CO2 nel trattenere il calore nell’atmosfera, sebbene la sua presenza nell’atmosfera sia molto meno comune. Le principali fonti di emissioni di metano includono l’estrazione di gas naturale, l’agricoltura, i terreni umidi e le perdite nei sistemi di distribuzione del gas. La sua capacità di contribuire al riscaldamento globale rende vitale la sua monitoraggio accurato e la mitigazione delle emissioni.

Satelliti: Gli Occhi dall’Alto
I satelliti sono ormai uno strumento fondamentale nella ricerca e nel monitoraggio delle emissioni di metano. Questi occhi dall’alto orbitano attorno alla Terra, offrendo una prospettiva globale che sarebbe impossibile da ottenere con metodi tradizionali. La tecnologia chiave utilizzata per questo scopo è nota come spettrometria a infrarossi.

Spettrometria a Infrarossi: L’Arma Segreta dei Satelliti
La spettrometria a infrarossi è il metodo principale attraverso il quale i satelliti rilevano le emissioni di metano. Funziona osservando la luce solare riflessa dalla Terra attraverso l’atmosfera. Quando questa luce passa attraverso una regione dell’atmosfera contenente metano, alcune delle lunghezze d’onda vengono assorbite dal gas. Questi “picchi di assorbimento” sono come le impronte digitali chimiche del metano.
I satelliti spaziali possono rilevare questi picchi di assorbimento grazie a spettrometri a infrarossi di alta precisione. Misurano la quantità di luce solare riflessa e la confrontano con una luce di riferimento inviata direttamente dalla stessa sonda. Le differenze tra queste due misurazioni forniscono informazioni dettagliate sulla quantità e sulla distribuzione del metano nell’atmosfera terrestre.

Applicazioni e Implicazioni
L’uso dei satelliti per monitorare le emissioni di metano ha una vasta gamma di applicazioni. Questi dati sono fondamentali per identificare le fonti di emissioni, valutare le tendenze globali e localizzare fughe da gas naturale non dichiarate. Le compagnie energetiche, gli enti governativi e gli attivisti ambientali utilizzano questi dati per prendere decisioni informate e responsabili.
Inoltre, la capacità di rilevare rapidamente le fughe di metano è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra e limitare il riscaldamento globale. Le misurazioni dei satelliti possono consentire interventi tempestivi per riparare le perdite nelle infrastrutture del gas naturale, contribuendo così a mitigare l’impatto ambientale.
In conclusione, i satelliti spaziali hanno aperto nuove frontiere nel monitoraggio delle emissioni di metano, fornendo una visione globale e dettagliata delle fonti di questo potente gas serra. Questa tecnologia è cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico, aiutandoci a comprendere meglio e affrontare le sfide ambientali del nostro tempo.

Come sempre per eventuali chiarimenti o consigli su temi e riflessioni, attendo vostre notizie su: uncaffeinpiattaforma@gmail.com.

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Matteo Cocco, classe 1995, ispettore controllo qualità, con esperienza in progetti oil & gas, e renewables.