La situazione resta incandescente in Ucraina dove la guerra è arrivata al 261esimo giorno. L’allarme aereo è scattato su tutto il territorio dopo le informazioni diramate sul decollo dal territorio bielorusso di un MiG-31K, in grado di trasportare missili Kinzhal e di un altro caccia. Lo scrive Unian. I cittadini sono stati invitati a recarsi immediatamente nei rifugi e rimanere al sicuro fino alla conclusione dell’allarme. Preoccupazione anche a Zaporizhzhia, regione sud-orientale dell’Ucraina dove si trova la più grande centrale nucleare d’Europa, le forze dell’ordine hanno evacuato i residenti del distretto di Shevchenkiv dopo un attacco missilistico russo. La zona è stata colpita da Iskander-K con una carica a grappolo. “Elementi esplosivi sono sparsi in tutta l’area residenziale. A causa del fatto che quel tipo di munizioni può esplodere in qualsiasi momento, è stata effettuata un’evacuazione temporanea della popolazione. Lo sminamento è in corso.”, ha detto la polizia, citata da Unian.

L’Ucraina sta festeggiando la liberazione di Kherson, l’unico capoluogo di regione che i russi avevano conquistato dal 24 febbraio. “Come Kherson libereremo anche Donbass e Crimea”, ha promesso Zelensky. Intanto Mosca ha nominato la città di Genichesk capitale amministrativa temporanea della regione di Kherson, che, come affermato dal Cremlino, continua ad essere ritenuto “territorio russo” malgrado il ritiro. Ma l’ex presidente Dmitri Medvedev minaccia: “Continueremo a riprenderci i territori russi. Per ovvie ragioni, non abbiamo ancora utilizzato tutto il nostro arsenale di possibili armi di distruzione”, ma “tutto ha il suo tempo”.

Secondo gli ucraini la Russia sarebbe vicina ai negoziati con l’Ucraina. “Politicamente e psicologicamente, la Russia non è ancora matura per veri negoziati e ritiro delle truppe. Ma accadrà. Subito dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk”, ha scritto su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky. Second o quanto riporta, ora il sostegno alla guerra nella stessa Russia sta “rapidamente cadendo verso il basso”. Tutti “dall’oligarca al calzolaio” si stanno formando l’opinione che “è ora di finirla”.

Il riferimento è al misterioso e controverso messaggio scritto da Dugin, il filosofo ultranazionalista ritenuto l’ideologi di Putin, che su Telegram si scagliava con toni apocalittici contro il presidente russo arrivando a parlare della sua morte o desitituzione. Il post è stato rimosso ma 36 ore dopo è arrivato un nuovo messaggio di smentita con un comunicato in cui parlava di “voci infondate” diffuse dall’Occidente. “Nessuno ha voltato le spalle a Putin – ha aggiunto -. Sia io sia tutti gli altri patrioti russi lo supportiamo incondizionatamente”.

Intanto gli ucraini vivono ore di tensione: due donne sono rimaste ferite nei bombardamenti notturni su Nikopol, cittadina sul Dnepr nella regione di Dnipropetrovsk, non lontana da Zaporizhzhia. Sono stati colpiti una quarantina di edifici residenziali privati, oltre a decine di edifici commerciali e infrastrutture energetiche. Le bombe hanno colpito anche la vicina Marganets, secondo quanto denunciato dal capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk Valentyn Reznichenko citato dai media ucraini. Il capo dell’amministrazione regionale di Kherson, Yaroslav Yanushevich, ha annunciato intanto l’introduzione del coprifuoco dalle 17 alle 8 nella città liberata dalla forze armate russe. Una decisione presa “per garantire la sicurezza delle vostre vite”, viene spiegato.

Da piazza San Pietro è intervenuto anche Papa Francesco: “Cosa ci sta dicendo il Signore davanti a questa terza guerra mondiale? Ce lo chiediamo” ma in ogni caso “bisogna non fuggire”. “Oggi ognuno di noi si deve interrogare davanti a questa terza guerra mondiale così crudele, davanti alla fame di tanti bambini, di tanta gente. Posso sprecare i miei soldi, la mia vita e il senso della mia vita senza il coraggio di andare avanti?”. Così Papa Francesco parlando a braccio nel corso dell’omelia in occasione della Santa Messa per la VI Giornata Mondiale dei Poveri. E ancora: “Rimaniamo vicini ai nostri fratelli e sorelle della martoriata Ucraina, con la preghiera e la solidarietà concreta. La pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra”. Così Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus rivolgendosi ai fedeli affacciato dal Palazzo Apostolico Vaticano.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.