Dopo i due casi di peste nera
Allarme per un caso di peste bubbonica, paura in Mongolia

Le autorità sanitarie della Mongolia interna, in Cina, hanno registrato un sospetto caso di peste bubbonica. Nel distretto di Bayannur la popolazione ha ricevuto ordine di non uccidere animali selvatici e di inviare ai medici chiunque abbia febbre o altri segnali d’infezione. Il paziente, un pastore di Bayannur, è in quarantena ed è in condizioni stabili anche se ancora non è chiaro come sia stato contagiato. La peste bubbonica è una malattia batterica diffusa dalle pulci che vivono su roditori selvatici come le marmotte.
La peste è fatale nel 90% dei casi, se non curata, soprattutto con alcuni specifici antibiotici. Dalla bubbonica può svilupparsi la peste polmonare, che causa grave infezione polmonare con problemi respiratori, mal di testa e tosse. L’ultima epidemia di peste bubbonica è stata nel 2009, quando varie persone morirono nella cittadina di Qinghai, sull’altopiano del Tibet. Dopo il caso scoppiato nella Regione Autonoma della Mongolia interna, le autorità cinesi hanno così deciso di innalzare le misure precauzionali emettendo un avviso di livello 3, in un sistema di quattro livelli.
I CASI – Nei giorni scorsi c’erano stati altri due casi di peste nera, sempre in Mongolia. Secondo il Centro nazionale della Mongolia per la malattia zoonotica (Nczd), i test di laboratorio hanno confermato che i due individui, un ragazzo di 27 anni e una donna la cui età non è stata ancora identificata, hanno contratto la cosiddetta “peste delle marmotte” derivata dal consumo di carne dello stesso animale.
In via preventiva, sono state messe in quarantena 146 persone. La regione che ha registrato la malattia è Khovd, in Mongolia occidentale, al confine con la Russia. I campioni sono stati prelevati da 146 persone che, a suo dire, hanno avuto contatti con le due persone infette e sono stati identificati 504 individui che hanno avuto un secondo contatto.
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