Ambiente
Alluvione a Stromboli, ad ogni pioggia si scatena un fiume di fango: i cittadini esasperati chiedono interventi immediati
Sull’isola di Stromboli si stanno vivendo giornate di grande preoccupazione dovute alle forti colate di fango vulcanico e materiali piroclastici portati a valle dalle prime piogge autunnali.
L’aggravamento delle colate di fango, di ciottoli e di altro materiale che in questi giorni riempiono strade, canali e invadono molte abitazioni, sembra essere dovuto non soltanto agli effetti dell’incendio che nel maggio 2022 distrusse la vegetazione di circa 240 ettari di macchia mediterranea eliminando la capacità di quei suoli di assorbire le piogge, ma anche e soprattutto a un nuovo carattere delle ceneri e dei materiali emessi dal vulcano a partire dal 4 luglio scorso in cui un vero e proprio flusso piroclastico arrivò fino al mare.
Da testimonianze raccolte fra gli operatori della zona e confermato da un video del Laboratorio di Geofisica Sperimentale e di Dynamo risulterebbe che fra il 4 e l’11 luglio le ceneri e le sabbie vulcaniche fossero di un colore più tendente al beige che non al nero. Sulle pendici del vulcano, questi materiali, tendono a formare uno strato che nel giro di pochi giorni diventa solido e coerente per la dimensione di qualche centimetro, e ricopre i prodotti granulari incoerenti sottostanti in modo sostanzialmente impermeabile.
Questo strato “impermeabile”, assieme all’assenza di vegetazione sarebbe dunque il vero responsabile dell’arrivo fino a quote basse di impetuosi torrenti di fango che, all’avvento anche di piccole piogge autunnali, scendono violentemente sui fianchi dello Stromboli, ricoprendo per metri tutti i manufatti che incontrano. Vulcanologi e tecnici esperti di questo tipo di emissione vulcanica, da noi interpellati hanno descritto questa come emissione di tipo freato-magmatica, la quale avviene in presenza di acquiferi che interagiscono con il camino vulcanico.
Questo stato di rischio estremo ha spinto l’assemblea dei cittadini e la Pro Loco di Stromboli a indire per la giornata di giovedì 14 novembre prossimo una manifestazione a Stromboli e Ginostra per sensibilizzare le autorità preposte a uscire dall’inerzia e a prendere provvedimenti adeguati a salvaguardia degli abitanti e del costruito. La situazione di rischio attuale presenta differenze sostanziali rispetto a quelle già ben note sull’attività dello Stromboli, e suscita in questi giorni i seguenti importanti interrogativi. Le importanti opere finanziate dalla Protezione Civile per la messa in sicurezza dei canali e dei torrenti che dovrebbero essere eseguite potrebbero venire sommerse dalle colate di fango, risultando inutili. E tra l’altro esse stesse, con la riacquistata efficienza dovuta ai lavori di recupero, potrebbero divenire un ulteriore mezzo acceleratore delle colate di fango per scendere a valle. E’ quindi necessario un ripensamento di queste opere, capace di incanalare in modo intelligente e mirato le poderose colate di fango verso il mare risparmiando al meglio le strade e il costruito.
Inoltre sarebbe importante uno studio dei fenomeni connessi con il nuovo rischio vulcanico osservato, realizzato da scienziati e tecnici esperti di livello internazionale come merita l’isola che anche come vulcano attivo è patrimonio UNESCO. Vanno indirizzati da un lato i nuovi studi, sperimentazioni e gli accertamenti da realizzare a breve, così come un rinnovato piano per la sicurezza della popolazione e del costruito per l’eliminazione del pericolo di danni per il pubblico e il privato.
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