Inchieste e polemiche dopo il disastro
Alluvione nelle Marche, per la procura “nessun allerta dalla Regione ai comuni”: polemica su Acquaroli a una cena elettorale
La Regione Marche non aveva attivato alcuna allerta nei confronti dei comuni prima dell’alluvione che nella tra giovedì e venerdì ha colpito l’area di Senigallia e la provincia di Pesaro e Urbino, provocando 11 morti e due dispersi. È l’accusa che arriva da Monica Garulli, procuratrice capo di Ancona, che ai microfoni del TgR Marche ha parlato dell’inchiesta in corso sull’ondata di maltempo che ha sconvolto la Regione.
“Dal punto di vista della dinamica degli eventi quello che si riscontra in questo momento è che non c’è stato un allerta da parte della Regione Marche nei confronti dei Comuni”, ha sottolineato Garulli, che ha riferito che le indagini “sono in una fase molto iniziale, tutte le ipotesi ricostruttive sono prese in considerazione”.
Ora però “la principale preoccupazione della Procura è di assicurare fonti di prova che possano essere di ausilio nella ricostruzione dei fatti – ha spiegato Garulli -. Ci sono acquisizioni documentali, ci sono anche acquisizioni testimoniali, tutto quello che può concorrere a ricostruire esattamente l’evento del 15 settembre“. Quanti ai tempi dell’inchiesta, saranno “compatibili con l’accertamento dei fatti e anche cin un’esigenza di risposta. Cercheremo di fare il meglio in questo senso“.
La procura di Ancona al momento ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo plurimo e inondazione colposa. La procura di Urbino, che ha aperto un secondo fascicolo, indaga invece con la sola ipotesi di reato di inondazione colposa
Ma sul Misa quella coordinata da Garulli e svolta dai magistrati Valentina D’Agostino e Valeria Cigliola non è l’unica inchiesta in corso. A giugno una prima indagine era stata aperta sulle imprese che dovevano occuparsi della pulizia di alcuni tratti fluviali del fiume straripato a Senigallia. All’epoca un funzionario regionale era stato arrestato e quattro dipendenti accusati di corruzione, truffa e rivelazione di segreto d’ufficio. Stando alle indagini, la ditta incaricata aveva sfalciato più vegetazione del dovuto per poi rivenderla a una compagnia produttrice di biocarburante.
Le polemiche su Acquaroli
Ma con le indagini non si fermano neanche le polemiche, in particolare quelle politiche. Così Repubblica oggi pubblica un articolo in cui attacca a testa bassa il presidente della Regione Marche, l’esponente di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli.
Secondo il quotidiano mentre l’alluvione era già in corso, Acquaroli era ad una cena elettorale del partito con Guido Crosetto, il co-fondatore e ‘stratega’ dietro il successo di Giorgia Meloni. Un appuntamento svolto a Potenza Picena, che vedeva tra i presenti anche l’assessore al Bilancio e candidato alle elezioni Guido Castelli e la coordinatrice regionale del partito e candidata Elena Leonardi.
Lo staff del governatore spiega che Acquaroli non è rimasto a lungo, sicuramente “non a cena”. Ma sui social c’è una foto, pubblicata alle 21:32, in cui il presidente è sorridente accanto a Crosetto, questa volta a San Severino Marche.
Sulla vicenda è quindi intervenuto lo stesso Acquaroli con un post e una foto pubblicati sui suoi social, “scattata nel corso di una riunione nella Sala operativa della protezione civile regionale, intorno alle 23,30 del giorno 15“. Una risposta all’articolo di Repubblica, in cui il governatore spiega che “non ho poteri di veggenza e che prima di essere allertato, ignaro di quanto stesse accadendo, partecipavo come da programma ad un evento che ho subito abbandonato nel momento in cui i miei collaboratori mi hanno avvertito. Ho ritenuto doveroso a questo punto raccontare alla comunità marchigiana come sono andate le cose, rispetto a chi sta utilizzando questo dramma per altre finalità“.
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